Da San Giuseppe al Venerdì Santo, pressing in Parlamento per ripristinare le festività soppresse Ruini: «Sono con voi»

Da San Giuseppe al Venerdì Santo, pressing in Parlamento per ripristinare le festività soppresse Ruini: «Sono con voi»
di Franca Giansoldati
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Lunedì 23 Ottobre 2017, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 16:25
Città del Vaticano Ripristinate le feste religiose soppresse. Continua ininterrotto alla Camera e al Senato il pressing di un comitato nato una decina di anni fa a Bolzano che si batte ininterrottamente per il ristabilimento delle festività cancellate nel 1977. La festa di San Giuseppe il 19 marzo, l’Ascensione, il Corpus Domini, il lunedì di Pentecoste, San Pietro e Paolo e il Venerdì Santo. «E' stato un errore toglierle vista l’alta tradizione popolare e culturale» spiega Paul Berger, il responsabile del comitato che aggiunge. «Nel periodo che va dall’Epifania, 6 gennaio, fino all’Assunzione di Maria, il 15 agosto, in Italia non è rimasta nemmeno una festa infrasettimanale di precetto agli effetti civili. Sono 7 mesi e questo è un caso unico in Europa». Già perché Austria, Germania, Svizzera e altri Paesi hanno mantenuto le festività  che un tempo esistevano anche noi.

In questi anni tra Camera e Senato sono stati presentati già 10 Ddl in questa direzione. L’anno scorso il caso delle festività soppresse è arrivato anche sul tavolo dell’allora ministro Elena Boschi che, studiato il caso, faceva presente al comitato che la strada da percorrere è tutta in salita, visto che si tratta di materia pattizia, regolata dalle disposizioni dell’articolo 6 del Concordato Lateranense firmato nel 1984 da Craxi e da Casaroli. In particolare, spiegava la Boschi che l’articolo 6 da sottoporre a cambiamenti «ha riconosciuto come giorni festivi tutte le domeniche e le altre festività religiose determinate d’intesa tra le parti». Per eventuali modifiche dunque si tratterebbe di trovare un accordo con il Vaticano altrimenti, iniziative unilaterali, sarebbero una violazione al Concordato medesimo. A questo punto Paul Berger non si  è perso d’animo e ha scritto al cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei, ora in pensione ma ancora molto attivo, per avere un consiglio e un aiuto. «Avete già ottenuto un risultato eccezionale, Farò il possibile perché ci sia  un appoggio del Vaticano».
 
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