Dopo Romero il Papa riabilita un altro vescovo "rosso", in Messico andrà sulla tomba di Ruiz l'amico degli indios

Dopo Romero il Papa riabilita un altro vescovo "rosso", in Messico andrà sulla tomba di Ruiz l'amico degli indios
di Franca Giansoldati
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Giovedì 7 Gennaio 2016, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 19:13
Città del Vaticano - Papa Bergoglio è deciso a riabilitare il vescovo rosso, Samuel Ruiz. Durante il suo imminente viaggio in Messico, che si svolgerà dal 12-18 febbraio prossimi, ha inserito una tappa significativa proprio sulla sua tomba, a San Cristobal de las Casas, nel cuore del Chiapas. Con questo gesto renderà omaggio alla coraggiosa azione di difesa a favore degli indios svolta dal vescovo messicano scomparso nel 2011. In Vaticano Ruiz è sempre stato considerato un ‘comunista’ per via delle sua posizioni, uno fuori dalle righe, eccessivamente politicizzato.

Diversi vescovi, nel corso degli anni, lo hanno incolpato di finanziare la guerriglia zapatista attraverso i soldi della Chiesa, facendo arrivare anche denunce e pressioni per rimuoverlo. Tra i più critici l’attuale cardinale di Città del Messico, Rivera Carrera nonché il famigerato padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, un criminale scomparso nel 2008 lasciando dietro di sé una lunga scia di stupri, frodi e raggiri.

Ruiz García, durante gli anni di vescovo a San Cristóbal de las Casas, ha condotto diverse battaglie a favore degli indios, angariati dalle imprese intenzionate a mettere le mani sulle loro terre, con il benestare del governo . Persino dopo la strage di cristiani ad Acteal, arrivarono a Roma petizioni come quella del Consejo coordinator empresarial, l’organismo degli imprenditori privati che invitava la Santa Sede a rimuovere il vescovo degli indios, per farlo smettere di interessarsi al conflitto. I giornali filogovernativi si ostinarono a presentarlo come il regista della rivolta indigena, contestando il suo ruolo di mediatore tra governo e guerriglia zapatista, auspicando una sua esautorazione. Ruiz però ripeteva sempre una frase di Bartolomeo de Las Casas, l’apostolo degli indios e primo vescovo di San Cristóbal: «Il Vangelo può essere annunciato anche da plebei ignoranti e poco esperti, purché abbiano fede salda e qualche nozione degli articoli della fede. Col buon esempio di vita cristiana possono ottenere il destino e occupare il posto degli apostoli».

La preghiera sulla tomba del vescovo rosso rappresenta l’ultimo atto di una lunga serie di azioni tese a ridare il giusto peso a figure ecclesiali latino americane messe in disparte ingiustamente dagli episcopati. E’ per questo che poco dopo la sua elezione Bergoglio ha voluto sbloccare l’iter per la beatificazione di Romero, ucciso dagli squadroni della morte per avere difeso i diritti umani in Salvador. «Il suo martirio fu iniziato prima. Fu calunniato. Fu lapidato con la pietra più dura che esista al mondo: la lingua» ha detto Papa Francesco, firmando il decreto per la beatificazione. Un altro prete ‘rosso’ diffamato in vita e  riabilitato post mortem, si chiamava Luis Espinal.

L’anno scorso, in Bolivia, Francesco ha voluto recarsi sul luogo del martirio di questo gesuita e pregare assieme a migliaia di fedeli. Espinal difendeva gli operai, evangelizzando le classi più deboli. Diceva messa usando un crocefisso formato da una falce e un martello. La reliquia è stata donata da Evo Morales al Papa durante la sua visita a La Paz. La lista dei riabilitati si è ultimamente arricchita di altre figure, come i gesuiti martirizzati dal Sendero Luminoso in Perù e il vescovo Angelelli, argentino, anch’egli calunniato in vita dai suoi stessi ‘colleghi’ vescovi, e massacrato dal regime di Videla.
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