Al di là del Tevere in questi anni ha accolto la Roma, la Lazio, la Juve, il Milan, la Sampdoria, ha incoraggiato diverse partite per la pace, ha scherzato con Maradona (“e' un fenomeno sono un suo super tifoso”) e non ha mancato di strizzare l'occhio al campionato amatoriale di squadre religiose che comprende la nazionale vaticana composta da prelati e dipendenti che lavorano alle Poste Vaticane, ai musei, alla gendarmeria, alla Radio, al Governatorato e alle Guardie Svizzere.
Ogni volta che Bergoglio riceve una squadra si sofferma a declinare le energie positive che scaturiscono dal mondo dello sport: i valori della solidarietà, dell'impegno, del sacrificio, della concordia. Insomma lo spirito di squadra che ha evocato anche stamattina. “Ho sentito spesso dire che le vostre vittorie sono vittorie di squadra. Per questo “la Mannschaft” è diventata una definizione comune del vostro gruppo. In effetti, lo sport agonistico richiede non soltanto tanta disciplina e sacrificio personale, ma anche rispetto per il prossimo e spirito di squadra. Ciò vi porta al successo come “Mannschaft” e vi porta nello stesso tempo a riconoscere la vostra responsabilità al di là del campo di calcio, soprattutto verso i giovani che spesso vi prendono come modello. E vi porta anche a impegnarvi insieme per alcuni importanti obiettivi sociali”. Il Papa spinge tanto sullo sport come veicolo di positività sociale per abbattere barriere che a volte “ sembrano invalicabili e penalizzano le persone bisognose ed emarginate”.
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