Via Crucis al Colosseo, il grido del Papa: «Arroganti e corrotti, si tenta di screditare la Chiesa»

Via Crucis al Colosseo, il grido del Papa: «Arroganti e corrotti, si tenta di screditare la Chiesa»
di Franca Giansoldati
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Venerdì 30 Marzo 2018, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 19:09

Città del Vaticano -  Papa Francesco alla fine della Via Crucis al Colosseo ha alzato la voce per difendere la Chiesa dai tentativi «di screditarla». Fa riferimento ai cattivi esempi che ne indeboliscono l'immagine, disonorandola. «Provo vergogna». Dal colle del Palatino, al termine delle quattordici stazioni che hanno ripercorso gli ultimi istanti della vita di Gesù, affiorano gli sbagli di tanti preti, vescovi, cardinali. Troppa «ambizione e vanagloria» per cui provare «vergogna».

E' stato un grido di dolore contenuto in una preghiera molto toccante. Bergoglio ha ricordato che la Chiesa è santa ma fatta da peccatori. Eppure «nonostante tutti i tentativi di disonorarla continua a essere una luce che illumina, solleva e testimonia un modello di altruismo, una area di salvezza e una fonte di certezza». Infine ha difeso il coraggio di un esercito silenzioso di suore, missionari, laici, volontari e preti che ogni giorno combattono la buona battaglia in nome di Gesù. 

«Signore Gesù autaci a spogliarci dell'arrogarza del ladrone posto alal tua sinistra e dei miopi e dei corrotti, che hanno visto in te una oppportunità da sfruttare, un condannato da criticare, uno sconfitto da deridere, un'altra occasione per addossare sugli altri e perfino su Dio, le proprie colpe».

Stavolta la Via Crucis al Colosseo che ha voluto Papa Bergoglio  è nel segno dei giovani. I testi delle meditazioni sulle quattordici stazioni della pia pratica che precede la Pasqua sono stati scritti da quindici ragazzi di una età compresa dai 16 ai 27 anni. Francesco ha voluto che fossero loro a commentare le ultime vicende della vita di Cristo. Non teologi, scrittori, poeti, ma ragazzi ai quali ha affidato il compito di riferire con i loro occhi la narrazione del Vangelo, immaginando di essere Duemila anni fa a Gerusalemme, tra quelle strade impolverate, tra la folla impazzita, al cospetto di Pilato.
 

 

L’episodio della condanna a morte di Gesù, per esempio, ricordata nella prima stazione,  diventa una riflessione sul potere della folla, dove l’uomo nascosto nella moltitudine, secondo i ragazzi che la hanno scritta (coordinati dal loro professore di religione), smarrisce la propria personalità e finisce di rinnegare se stesso. La paura di finire anestetizzati dal dolore (“troppe volte ho girato lo sguardo dall’altra parte, mi sono quasi abituato a fuggire al dolore). Il rito è seguito in mondovisione dalle televisioni più importanti ed è presieduta da Papa Francesco. Dal colle Palatino dove seguirà la pia pratica, parlerà alla fine.

I ragazzi scelti per i commenti frequentano il liceo classico romano Pilo Albertelli. Coi loro occhi hanno immaginato gli eventi accaduti a Gerusalemme, sulla Via Dolorosa e sul Golgota, duemila anni fa. Ognuno di loro ha immaginato di essere un testimone oculare di un fatto preciso. La croce di legno sosterà in ognuna delle quattordici stazioni per arrivare ad essere portata davanti a Papa Francesco. Tra le persone che porteranno la croce, alternandosi dopo la lettura del brano del Vangelo, c’è anche una bambina disabile dell’Unitalsi, assieme ad un barelliere. Alla settima stazione sarà il direttore di Caritas Siria, Riad Sargi, la moglie Rubia e i tre figli. La decima stazione  invece avrà come portatori tre religiosi iracheni, a simboleggiare la fatica dei cristiani che vivono in Medio Oriente e che subiscono una lenta e micidiale persecuzione.

La celebrazione al Colosseo quest'anno è blindatissima, con un dispiegamento di forze di polizia come non si era mai visto nel passato. L'allerta terrorismo lanciato nei giorni scorsi non ha però scoraggiato i fedeli che sono arrivati da tutto il mondo. Le previsioni hanno conteggiato 20 mila persone. Nove i varchi di controllo con metal detector, tanti gli agenti in borghese che si sono mescolati tra i gruppi di pellegrini e i fedeli. Nonostante il clima di minaccia le celebrazioni pasquali con il Papa non hanno subito grosse modifiche. Domenica mattina, giorno di Pasqua, la messa si terrà sul sagrato e sono già stati prenotati decine di migliaia di biglietti.
 

 

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