Papa Francesco vuole una conferenza internazionale sui Rohingya, la minoranza musulmana perseguitata

Papa Francesco vuole una conferenza internazionale sui Rohingya, la minoranza musulmana perseguitata
di Franca Giansoldati
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Giovedì 10 Maggio 2018, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 17:15
Città del Vaticano - Quando l'anno scorso Papa Francesco era stato in Myanmar per dare voce ai Rohingya – la minoranza musulmana perseguitata dal regime – e denunciare immani sofferenze, aveva promesso ai perseguitati che non li avrebbe abbandonati, che avrebbe continuato a difenderli e si era commosso davanti ai racconti dei villaggi bruciati, gli stupri usati come arma di guerra, i massacri, le fosse comuni e l'esodo disperato verso il vicino Bangledesh in condizioni disumane. Per il Myanmar non sono nemmeno cittadini birmani: li ritengono dei bengalesi musulmani, arrivati con la colonizzazione britannica. Secondo gli ultimi rapporti di Save The Children la situazione sarebbe peggiorata drammaticamente negli ultimi mesi, a causa di alcuni scontri con le forze armate. Dalla fine di agosto 2017 quasi 500 mila Rohingya, dopo una rapida e allarmante escalation di violenza, sono fuggiti in Bangladesh.

Le persone che arrivano in Bangladesh raccontano di centinaia di persone uccise, fra cui molti bambini. L’aumento dei profughi sta aggravando ulteriormente la situazione nei campi di accoglienza in Bangladesh. Si stima che il 60% dei Rohingya arrivati in Bangladesh siano bambini. Papa Francesco che quando era in Myanmar non ha potuto nemmeno pronunicare la parola Rohingya per non irritare il regime birmano ha deciso di organizzare una conferenza internazionale. Lo ha deciso dopo la visita a Roma dei vescovi birmani guidata dal cardinale Charles Bo. «Abbiamo chiesto al Papa – ha detto a Vatican News - di organizzare una Conferenza internazionale nella quale questa popolazione possa essere aiutata dalla comunità internazionale. Abbiamo detto che Myanmar e Bangladesh da soli non sono capaci di risolvere questa situazione di due milioni di persone che non sono accettate». Papa Francesco ha subito accettato per preparare la conferenza internazionale entro l’anno e probabilmente a Roma.

 
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