Papa Francesco, l'anno scorso l'elezione di Bergoglio: la fumata bianca che ha cambiato la storia della Chiesa

Papa Francesco
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Giovedì 13 Marzo 2014, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 19:46

Sobriet ed essenzialit anche nell'anniversario della fumata bianca che ha cambiato il corso della Chiesa. Mentre il mondo celebra oggi il primo anno dall'elezione del Papa «venuto dalla fine del mondo», per Francesco nessun particolare festeggiamento è previsto nella Casa del Divin Maestro di Ariccia, sui Castelli Romani, dove da domenica scorsa segue gli esercizi spirituali di Quaresima con il resto della Curia.

Nulla è stato cambiato nel programma della giornata, interamente dedicata, come le altre, alle meditazioni di don Angelo De Donatis, parroco di San Marco Evangelista al Campidoglio, alle riflessioni e alla preghiera. Non mancheranno, certo, accenni all'anniversario durante i pasti nel refettorio, gli auguri dei cardinali e dei vescovi di Curia, ma nel penultimo giorno di ritiro nella Casa retta dai Paolini - venerdì il rientro in Vaticano, sempre in pullman - non si sono voluti portare mutamenti al consueto calendario di meditazioni e preghiere e neanche al clima di raccoglimento e di spartana austerità, consono al ritiro di Quaresima così come voluto da Bergoglio, che prevale nella residenza sui Colli Albani.

D'altronde, l'immagine del Papa che segue gli esercizi spirituali dai banchi verso le ultime file, mescolato tra gli altri presuli, è già diventato un altro dei «marchi» di questo anno di pontificato, a partire dall'«Habemus Papam» pronunciato dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran la sera del 13 marzo 2013, che ha rivelato al mondo l'elezione al soglio di Pietro, inattesa ai più, dell'allora cardinale di Buenos Aires - tra l'altro già da tempo in attesa della pensione -: già al suo arrivo sulla Loggia di San Pietro ha mostrato subito come molto stesse cambiando nell'immagine e nella sostanza del papato.

La semplice talare bianca, senza «mozzetta» bordata di ermellino, la croce pettorale di ferro, il definirsi solo

«vescovo di Roma», la richiesta ai fedeli esultanti di pregare per lui, chinandosi poi a recitare il Padre Nostro, sono stati i primi segni di un pontificato che si spogliava improvvisamente di ogni simbolo si sovranità: da lì molte cose, e a una velocità impetuosa, sono cambiate, non solo attraverso la grande riforma avviata nella Curia romana e nelle sue strutture finanziarie, ma soprattutto nel cammino di una Chiesa universale che non si chiude più in se stessa, che si apre, che va verso le «periferie», esistenziali e geografiche, in nome della vicinanza a chi soffre, dell'aiuto ai poveri, della «misericordia» e della «tenerezza» anche verso chi vive situazioni che confliggono con la dottrina ufficiale: vedi il caso dei divorziati e risposati, sui quali si è aperto un grande dibattito che sfocerà in due Sinodi dei vescovi.

Dopo gli anni di crisi che hanno avuto esito nelle dimissioni-shock di papa Ratzinger, con Bergoglio improvvisamente la figura del successore di Pietro ha acquisito una popolarità planetaria senza uguali, da «Uomo dell'anno» di Time, da leader globale capace di rivolgersi ai grandi della terra, che peraltro fanno la fila per venirlo a salutare in Vaticano. Tra due settimane toccherà a Barack Obama.

Intanto in questi giorni sta arrivando da tutto il mondo al Papa un profluvio di auguri per il primo anniversario di pontificato. A nome di tutta la Chiesa italiana, la presidenza della Cei gli esprime sentimenti di «riconoscenza per un magistero ricco di parole di segni, disponibilità piena e impegno fattivo al coinvolgimento in un cammino di conversione pastorale e missionaria, sostegno affettuoso nutrito di preghiera e di comunione fraterna».

I frati del Sacro Convento di Assisi celebrano la ricorrenza attivando attivando sul sito sanfrancesco.org una pagina dove è possibile inviare messaggi di auguri e preghiere. Tutti verranno poi consegnati a Bergoglio. Tantissimi i messaggi degli internauti già giunti alla redazione della rivista francescana. C'è Marisa - riferisce il Sacro convento - che ringrazia Dio per averlo «mandato in mezzo a noi». Oppure Pasqualina che vuole dirgli «quanto sia importante per i giovani», ma anche Lorella: «sei il dono più grande che l'uomo di questo secolo potesse sperare». E Fra Ignazio: «una benedizione di Dio per l'umanità».

L'Argentina. Dai paesini sperduti della cordigliera delle Ande nell'estremo nord fino all'australe Terra del Fuoco, quella «fine del mondo» della quale ha parlato il papa nel suo primo discorso, il paese natale del pontefice celebra il primo anniversario del «suo» Papa. La cattedrale, nel cuore di Buenos Aires, dove Jorge Mario Bergoglio ha svolto il suo lavoro pastorale per molti anni prima del conclave, sarà oggi lo scenario delle manifestazione più importante: una messa solenne alla presenza di un mare di fedeli, ma anche degli esponenti delle più importanti religioni presenti in Argentina.

Ma le celebrazioni sono tantissime in tutte le chiese del paese: quelle del centro delle città del vasto territorio argentino ma anche nei quartieri periferici, in particolare i più poveri, le «villas miseria» dove il ricordo del cardinale che le frequentava è più che mai forte. In una di queste bidonville - nota come la «numero 1-11-14» - del Bajo Flores, vicino alla zona della città dove il Papa è nato, verrà trasmessa in un mega schermo un'intervista che Francesco concesse tempo fa ad una stazione radio comunitaria.