dal nostro inviato
Franca Giansoldati
Un tifone di secondo grado in arrivo sulle Filippine ha costretto Papa Francesco ad interrompere la visita a Tacloban, sull'isola di Leyte, letteralmente distrutta 14 mesi fa dalla più grave tempesta che si sia mai registrata sul pianeta.
Francesco ha fatto appena in tempo a celebrare la messa davanti ai sopravvissuti della immensa tragedia e benedire un centro di aiuti.
Poi è stato costretto a salutare tutti in anticipo, quattro ore prima del previsto, per fare ritorno a Manila.
Se avesse tardato oltre le condizioni meteo avrebbero impedito al velivolo di decollare, e così a malincuore ha abbracciato con gli occhi l'imponente folla infagottata in cerate gialle di plastica per ripararsi dalla pioggia e dal vento battente, è salito sulla scaletta dell'aereo svelto mentre una violenta folata gli portava via lo zucchetto bianco.
“Tanti di voi hanno perso tutto, non so cosa dirvi, Dio sa cosa dirvi.
"Quando a Roma ho visto 14 mesi fa la catastrofe che avete vissuto, allora, in quel momento ho deciso di venire. Ora sono qui con voi”. A Tacloban la furia del tifone del 2013 ha lasciato un bilancio pesantissimo, oltre 10 mila morti, tutte le strutture compreso l'aeroporto devastati. La furia delle acque ha impedito i soccorsi per giorni. I testimoni parlano di raffiche di vento così potenti da sollevare camion e scoperchiare tetti.