Papa Francesco confessa: «Dormo sei ore come un legno: non ho sentito neppure il terremoto»

Papa Francesco confessa: «Dormo sei ore come un legno: non ho sentito neppure il terremoto»
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Domenica 20 Novembre 2016, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 14:30
Papa Francesco dorme «come un legno». Sei ore di fila senza svegliarsi, non ha sentito nemmeno le forti scosse di terremoto che hanno colpito il centro Italia. Lo confida lui stesso in un'intervista a Tv2000-InBlu Radio che sarà trasmessa stasera alle 21.

Come dorme il Papa? «C'è un the speciale? Non so come faccio, ma…io prego: quello mi aiuta tanto. Prego. La preghiera è un aiuto per me, è stare con il Signore. Celebro la messa, prego il breviario, parlo con il Signore, prego il Rosario…Per me, la preghiera aiuta tanto». Il Papa dice: «dormo bene: è una grazia del Signore, questa. Dormo come un legno. Il giorno delle scosse del terremoto, non ho sentito nulla, eh? Tutti hanno sentito, il letto che ballava… No, davvero, dormo sei ore ma come un legno. Forse questo aiuta la salute…Ho le mie cose, no? Il problema della colonna che va bene, per il momento… e faccio quello che posso e non di più: in quel senso, mi misuro un pò, no? è una grazia del Signore».

E ancora Papa Francesco confida: «La tentazione del Papa sono le tentazioni di qualsiasi persona, di qualsiasi uomo. Secondo le debolezze di personalità, che il diavolo sempre usa per entrare, che sono l'impazienza, l'egoismo, poi un pò di pigrizia.. può andare, ma entrano tutte, tutte…», osserva Bergoglio. «E le tentazioni ci accompagneranno fino all'ultimo momento, no? I Santi sono stati tentati fino all'ultimo momento, e Santa Teresa del Gesù Bambino diceva proprio che si deve pregare tanto per i moribondi perché il diavolo scatena una tempesta di tentazioni, in quel momento, no? E anche a lei: lei è stata tentata di sfiducia, di mancanza di fede, no? Secca come una pietra … Ma è riuscita ad affidarsi al Signore, senza sentire niente, e così ha vinto la tentazione, no? E diceva per questo è importante pregare per i moribondi». Il Pontefice dice che bisogna «lottare per vincere le tentazioni. Sempre ci accompagneranno».

Poi sempre nell'intervista i temi si fanno più seri.
«Siamo in guerra, fermiamoci», implora papa Francesco. «Pensiamo in questa terza guerra mondiale che stiamo vivendo, perché è la terza guerra mondiale a pezzetti, no?: qui, qui, qui … ma siamo in guerra; le armi si vendono e le vendono i fabbricanti e i trafficanti di armi.
E anche le vendono alle due parti in guerra, perché si guadagna, no?, con il traffico delle armi … E lì c'è una durezza di cuore molto grande: manca tenerezza. Il mondo di oggi ha bisogno di una rivoluzione della tenerezza. 'Ma, Dio …': fermiamoci. Dio si è fatto tenero, Dio si è avvicinato». «Questo mondo ha bisogno di questa tenerezza che dice alla carne di accarezzare la carne sofferente di Cristo, non di fare più sofferenze! Credo - riflette il Papa - che gli Stati che sono in guerra devono pensare bene che una vita vale tanto, e non dire: 'Ma una vita non importa, mi importa il territorio, mi importa questo …'. Una vita vale più di un territorio! E per i fabbricanti di armi, per i trafficanti di armi la cosa che meno vale è una vita. Questa è una parola che mi diceva un tedesco: 'Heute, das Billigste ist das Leben (Das Billigste, heute, ist das Leben)'». (Oggi, la cosa che costa meno è la vita, ndr).
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