Oggi pomeriggio uno dei 18 sindaci italiani presenti, Nardella di Firenze, era uno dei tanti che si era lamentato della paralisi europea di fronte a regole rigide e blocchi sui rifugiati. “L’Europa convochi subito i sindaci per un programma condiviso”. Il documento comune che è stato sottoscritto in Vaticano chiede la creazione di corridoi umanitari sicuri e certi, riconosciuti a livello internazionale per chi fugge dalla guerra. E’ stato chiesto anche il rispetto del non respingimento dei rifugiati, e l’amnistia “o altri tipi di soluzioni” per le vittime della schiavitù moderna e la tratta di esseri umani che vengono sottoposti a forme di lavoro forzato, prostituzione e traffico d’organi. Molte persone “sprovviste di documenti vengono raggirate e fatte oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale o schiavizzate”. Il sindaco di Manchester (“mio nonno era un migrante”) ha ricordato, invece, che la schiavitù oggi è più estesa che non nei secoli passati.
Parigi, Roma, Milano, Napoli, Lisbona, Varsavia, Berlino, Dublino, Francoforte, Glasgow, Bruxelles, Palermo, Dresda, Madrid, Barcellona, Valenza, Zurigo, Copenaghen, Vienna, Bonn persino il sindaco di Tripoli che ha lanciato un grido disperato: “Non vogliamo altri morti nel Mediterraneo”. Nella Casina Pio IV, nel cuore dei giardini vaticani dove si è tenuto l'incotnro, ha fatto capolino la sindaca di Roma Virginia Raggi. Era stata lei ad aprire i lavori, venerdì mattina, anche se poi si è assentata per tutto il resto del dibattito seguente, presentandosi solo nella sessione finale in attesa dell'incontro papale.
Il sindaco polacco di Gdansk ha ammesso ai colleghi di “vergognarsi per quello che sta facendo la Polonia. La mia terra non ha voluto accogliere rifugiati dalla Siria. La mia terra – ha aggiunto – afferma di avere valori cristiani ma poi non accetta le quote europee, ma fortunatamente non tutti nel nostro Paese condividono questo punto di vista”. Nei dieci minuti di tempo per parlare si sono ascoltati pesanti j’accuse contro l’Europa e la “gestione fascista del fenomeno” (sindaca di Barcellona), sono anche state ricordate le grandi migrazioni nel secolo scorso e l’atteggiamento coraggioso di tante città del Mediterraneo. Palermo e Napoli per esempio, ma anche Bari. La convivenza e un serio programma di integrazione per chi arriva, restano i punti base per ripensare ad un fenomeno che non si fermerà e che necessita di superare l’emergenza. Il sindaco di Riace, in Calabria: "Da noi gli abitanti sono 1500 e 500 sono invece i migranti. Grazie ai migranti sono state sperimentate convivenze efficaci che hanno cambiato il destino di una comunità e un territorio destinati allo spopolamento, alla marginalità e alla mafia”. Per tutti la sfida più grande è quella di superare la paura della gente e di neutralizzare il populismo e il germe del razzismo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA