Papa Francesco, negli Usa in programma anche un colloquio con Putin

Papa Francesco, negli Usa in programma anche un colloquio con Putin
di Franca Giansoldati
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Giovedì 10 Settembre 2015, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 16:08
Città del Vaticano - Gli occhi (e le orecchie) del mondo sono ormai puntati sul viaggio del Papa negli Stati Uniti: Bergoglio avrà non solo un faccia-faccia con Obama, ma anche un colloquio bilaterale con il presidente russo Vladimir Putin.



Il colloquio bilaterale avverrà nella sede delle Nazioni Unite. Secondo il protocollo spetta alla Russia a dare il benvenuto a Bergoglio dato che in questo momento è Mosca a presiedere il Consiglio Nazionale di Sicurezza. Bergoglio avrà modo di parlare a lungo con Putin, come già aveva fatto l'ultima volta in Vaticano, ed esporgli dell'urgenza di dare protezione ai cristiani in Medio Oriente, per evitare che la regione si svuoti progressivamente di una minoranza preziosa e storicamente consolidata.



Il nunzio apostolico al Palazzo di Vetro, Berdardito Auza non ha voluto anticipare nulla dell'agenda papale, né dei contenuti del discorso che sta preparando il Papa per l'Assemblea: «Ci sono solo trenta minuti di tempo e gli argomenti sono così tanti...». Tuttavia è facile immaginare che insisterà sul tema dell'ambiente, secondo quanto già delineato nell'enciclica Laudato Sì, porrà l'accento sul tema della povertà, del terrorismo e, naturalmente, sui movimenti dei rifugiati e dei migranti. Un fenomeno di massa che se non si argina è destinato ad assumere contorni biblici. Praticamente la più grave crisi dai tempi della seconda guerra mondiale.



In questi giorni Francesco ha levato di nuovo la voce per sensibilizzare gli Stati ad accogliere i profughi, coloro che scappano dalla guerra. In Medio Oriente, in Siria, in Irak, il fenomeno riguarda soprattutto i cristiani perseguitati, ma non solo. Il progetto umanitario e politico che a livello diplomatico era stato ventilato alcuni mesi fa da Usa e Turchia per arginare l'esodo era di realizzare delle zone cuscinetto nelle aree di guerra tali di offrire protezione temporanea alla popolazione in fuga. Un piano che però avrebbe bisogno del via libera del Consiglio di Sicurezza. Tutto da vedere se il Papa si orienterà in questa direzione, magari con un appello agli Stati membri, intanto la diplomazia vaticana è al lavoro su più fronti.



Il 22 settembre, tre giorni prima della visita del Papa all'Onu, il presidente Obama andrà con Michelle a ricevere alla Base Andrews il Papa proveniente da Cuba. Sarà il secondo pontefice ad essere accolto da un Presidente statunitense: il 16 aprile 2008 fu George Bush a dare il benvenuto a Benedetto XVI. E prima ancora, il 6 ottobre 1979, l’allora Vice Presidente USA, Mondale, ricevette Giovanni Paolo II in occasione del suo primo viaggio, dei sette in totale, negli Usa.



Intanto a Manhattan, tra la ottava e la 34esima, accanto alla Penn Station e al Madison Square Garden, da ieri appare completato il murale gigante che la diocesi di Brooklyn ha voluto e commissionato per dare il benvenuto al Papa. Un'opera bellissima e vivace. Il Papa in quel quartiere celebrerà la messa il 25 settembre, dopo la visita all'Onu.
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