Vaticano, avviata rogatoria con gli Usa per ottenere le prove pedo-pornografiche contro il diplomatico del Papa

Vaticano, avviata rogatoria con gli Usa per ottenere le prove pedo-pornografiche contro il diplomatico del Papa
di Franca Giansoldati
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Sabato 16 Settembre 2017, 17:35 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 09:53
CITTA' DEL VATICANO - La rogatoria è partita un po’ di giorni fa dal Tribunale vaticano. Ora ai vertici del Palazzo Apostolico non resta che attendere la risposta degli Stati Uniti per conoscere nel dettaglio quali siano le  prove in mano al Dipartimento di Stato americano contro monsignor Carlo Alberto Capella, il diplomatico di Papa Francesco che fino ad agosto lavorava come primo consigliere nella nunziatura di Washington. L’accusa formulata contro di lui è gravissima e riguarderebbe la detenzione di fotografie e immagini pornografiche di minori.

Ieri la notizia è piombata come un fulmine sul piccolo Stato vaticano anche perché il monsignore in questione è considerato un personaggio della curia piuttosto influente, talmente influente da avere rallentato per un certo periodo di tempo - nell’ultimo scorcio del pontificato di Papa Ratzinger - l’iter sulla trasparenza delle finanze vaticane. Era il giugno del 2012 e Capella d’accordo con monsignor Ettore Balestrero (attuale nunzio in Colombia, promoveatur ut amoveatur a seguito del caso Vatileaks) scriveva all’allora capo dell’Aif, l’authority vaticana finanziaria voluta da Papa Ratzinger – l’avvocato Francesco de Pasquale - di essere «amareggiato, deluso e infastidito», ma soprattutto di non avere «mai approvato nessuna adesione al gruppo Egmont», il forum globale che riunisce attualmente le unità di informazione finanziaria di 152 Paesi e dove sono condivise regole e scambi di informazioni. L’adesione per il Vaticano avverrà solo nel luglio 2013, con l’arrivo di Papa Francesco. Monsignor Capella in uno scambio di email con de Pasquale e Balestrero riversava la sua irritazione sul capo dell'Aif,  influenzando di fatto l’iter del processo di trasparenza internazionale in corso. De Pasquale, sconcertato, si lamentava per i toni «vagamente minacciosi e aggressivi» che Capella aveva usato contro di lui, a riprova dell'influenza che poteva esercitare all'interno dell'organigramma curiale. 
 
 In questi giorni monsignor Capella soggiorna in Vaticano nel palazzo dei Penitenzieri. Lo stesso stabile in cui è stato detenuto il nunzio polacco Wiesolowski, trovato morto l’anno scorso proprio mentre era in corso un processo in Vaticano per pedofilia.

Capella prima di lavorare nella nunziatura a Washington è stato in Segreteria di Stato dove aveva l'incarico di seguire le questioni italiane più importanti. Il suo nome, per esempio, figura anche tra i funzionari della delegazione che firmò con il Ministro dell’Economia, Padoan la convenzione Santa Sede-Italia in materia fiscale.
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