Durante l’udienza che è durata oltre due ore, la difesa ha cercato di ridimensionare i reati, contestualizzandoli a una fase precisa della sua vita ecclesiastica. Oltre all'imputato sono stati sentiti anche due testimoni: un ingegnere informatico e il medico psichiatra che ha in cura il sacerdote. Per domani, il presidente del Tribunale, Giuseppe Dalla Torre ha convocato la nuova udienza e potrebbe già esserci la sentenza.
Già in fase istruttoria monsignor Capella aveva collaborato con i giudici ammettendo le sue responsabilità, giustificando il suo comportamento con una crisi personale dopo che lui - emiliano di Carpi, già viceparroco a Milano e poi nel servizio diplomatico della Santa Sede - era stato trasferito nel 2016 dalla Segreteria di Stato alla nunziatura di Washington. Ciò gli avrebbe provocato «un conflitto interiore, un senso di vuoto e di inutilità, senza amici né referenti in un contesto nuovo», scatenando nel tempo «una crisi» tale da portarlo a compiere «atti compulsivi di consultazione impropria su Internet». Domani, l'udienza convocata alle 10 prevede le richieste del promotore di giustizia, l'arringa dell'avvocato difensore e la camera di consiglio, per una sentenza attesa a breve e che potrebbe arrivare addirittura nella stessa giornata.
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