Iniziato il voto per il nuovo Gran Maestro dell'Ordine di Malta, pressing del Vaticano

Iniziato il voto per il nuovo Gran Maestro dell'Ordine di Malta, pressing del Vaticano
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 2 Maggio 2018, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 16:30
Città del Vaticano – Stamattina a Villa Magistrale, sotto il dipinto del Beato Gerardo, fondatore dell’ordine cavalleresco più antico del mondo e il pressing del Vaticano, è iniziata la fase elettorale che tra oggi e domani porterà l'Ordine di Malta ad eleggere un proprio rappresentante dopo il siluramento dell’ex Gran Maestro, Matthew Festing, nel gennaio 2017, da parte di Papa Francesco. Un passaggio doloroso causato da una crisi interna piena di colpi di scena e intrighi tra opposte fazioni che col tempo ha assunto le fattezze di una congiura di palazzo, ed è culminata con il defenestramento del nobiluomo inglese con l'avallo del Vaticano.

La maggior parte dei cavalieri che andranno a votare sono monaci professi, avendo fatto voto di castità, povertà e obbedienza. Tra questi c’è l’ex Gran Maestro Festing che è tornato nuovamente a Villa Magistrale dopo l’esilio inglese che gli era stato imposto dal pontefice. Per la prima volta al voto sono state ammesse due donne. Gli altri votanti sono cavalieri di associazioni nazionali, sposati e tenuti a rispettare l’antico motto di Fra Gerardo, «Tuitio fidei et obse- quium pauperum». Difesa della fede e a servizio dei poveri. In tutto 62 votanti. Dovevano essere 63 ma il presidente dell’associazione più numerosa che raggruppa i cavalieri italiani è stato escluso senza motivazioni dagli attuali vertici che fanno capo al tedesco Von Boeselager, all'origine della crisi. Il clima che si presenta a Villa Magistrale è piuttosto rovente. Le opzioni elettorali in campo sono due. I cavalieri potrebbero eleggere un altro Luogotenente (che resterà in carica un altro anno, giusto il tempo di ritoccare le costituzioni secondo l’orientamento indicato dalla Santa Sede), oppure procedere al voto per un nuovo Gran Maestro. In questo caso il candidato sponsorizzato dal Vaticano e da Von Boeselager è fra Giacomo dalla Torre attuale Luogotenente dell'Ordine.

Il Papa insiste sulla modernizzazione dell’Ordine di Malta che considera un ente un po' polveroso e per questo ha affidato il compito di seguire le fasi preparatorie al Delegato Speciale, monsignor Angelo Becciu, con il preciso mandato di fare pressing sui cavalieri nel percorso di riforma. Una specie di commissariamento camuffato che forse non si concilia troppo con lo spirito della costituzione melitense.

La liturgia elettorale un po’ bizantina e offuscata dai recenti scontri è regolata da costituzioni e codici promulgati nel 1961 poi rivisti nel 1997. In questa cornice si delinea chiaro il nodo della sovranità. La vera partita che si sta giocando è tutta qui. L’Ordine pur essendo a tutti gli effetti un soggetto di diritto internazionale e con proprie funzioni sovrane sembra con il tempo avere perso terreno e autonomia a favore dell’azione della Santa Sede. Eppure – recita la costituzione - la sua natura religiosa non esclude affatto l’esercizio delle prerogative sovrane proprio perché l’Ordine è soggetto di diritto internazionale riconosciuto dagli Stati.

Un aspetto che ha dato qualche grattacapo anche al Quirinale l’anno scorso quando, poco dopo l’espulsione di Festing da parte del Vaticano e delle pressioni di Von Boeselager, ha chiesto spiegazioni su quello che stava accadendo all'interno all’ambasciatore di Malta accreditato in Italia. Evidentemente il Presidente Mattarella voleva avere garanzie sulla sovranità dello SMOM, un ente che emette franco- bolli, targhe automobilistiche, passaporti, che ha un proprio servizio postale, che opera attraverso 12 Priorati, 47 Associazioni nazionali, 133 missioni diplomatiche, una agenzia di soccorso internazionale e 33 corpi di soccorso, oltre a di- versi ospedali, centri medici e fon- dazioni specializzate. Con un bi- lancio che si aggira attorno ai 2 miliardi di euro e 20 mila dipendenti nel mondo. L’Ordine, inoltre, guida un corpo diplomatico con più di 107 Paesi ma per statuto non persegue alcuno scopo economico o politico e, soprattutto, non dipende da nessuno Stato. Nel frattempo la saga continua.

 
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