Papa Francesco: «Non è giusto né vero parlare di Islam violento»

Papa Francesco: «Non è giusto né vero parlare di Islam violento»
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Domenica 31 Luglio 2016, 23:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 07:57

«Non è giusto né vero parlare di islam violento e di terrorismo islamico», «allora dovrei parlare anche di cattolici violenti», «ho parlato a lungo con l'imam di Al Azhar, conosco quello che pensano, vogliono la pace». In ogni religione ci sono «gruppetti fondamentalistì. Lo Stato che si definisce islamico ci presenta la sua carta di identità violenta, ma non è l'Islam». In volo da Roma a Cracovia aveva condannato le guerre che si dicono religione ma non lo sono; in volo da Cracovia a Roma, 5 giorni dopo, a conclusione della Gmg, il Papa ancora una volta ha rifiutato di parlare degli islamici come terroristi.

Nella consueta conferenza stampa in aereo papa Francesco ha risposto a domande sulla Polonia, la Gmg, i giovani, la repressione in Turchia, la mediazione eventuale della Santa Sede per il Venezuela, sul cardinale Pell accusato di abusi sui minori, e ha iniziato parlando di "una cosa triste di questo viaggio", la morte a Cracovia nel sonno della giornalista italiana Anna Maria Jacobini, «oggi ho incontrato la sorella e la nipote, erano molto addolorate», ha riferito. Era partito da Roma il giorno dopo l'uccisione di padre Jacques Hamal, sgozzato in una chiesa della Normandia da due uomini che inneggiavano alla Jiad, e oggi gli è stato chiesto perché anche nel caso di padre Hamal non ha mai parlato di terrorismo islamico.

La sua risposta è stata molto ampia e articolata: «A me non piace parlare di violenza islamica, perché tutti i giorni quando sfoglio i giornali vedo violenze, quello che uccide la fidanzata, un altro la suocera, questi cattolici battezzati sono violenti cattolici e se parlo di violenza islamica devo parlare di violenza cattolica. Nell'islam non tutti sono violenti, non i cattolici sono tutti violenti è come una macedonia, comprende tutto. Io credo che in ogni religione c'è sempre un piccolo gruppetto fondamentalista. Quando arrivi ad uccidere si può uccidere con la lingua e con il coltello. Credo che non è giusto e non è vero identificare questo con l'islam». «Ho avuto un lungo dialogo con l'imam di Al Azhar, so come la pensano, cercano la pace. Il nunzio di un paese africano mi ha raccontato che per il giubileo c'è sempre la fila, tanti si fermano al confessionale e sono cattolici, ma la maggioranza prosegue e arriva all'altare della Madonna, sono islamici e vogliono fare il giubileo. Sono stato in Centrafrica e l'imam è salito sulla papamobile, questo non è fondamentalismo. Mi domando, è una domanda, quanti giovani che noi europei li abbiamo lasciati nel vuoto di ideali». «Il cosiddetto Stato islamico, che si dice islamico, si presenta come violento, quando ci fa vedere la sua carta di identità cosa ci fa vedere? Ma questo è Isis fondamentalista, ma non si può dire che l'islam sia terrorismo. Il terrorismo è dappertutto, si pensi al terrorismo tribale di alcuni paesi africani, il terrorismo è anche, non so se dirlo perché è un pò un pericolo, il terrorismo cresce quando non c'è un'altra opzione, e mete al centro della economia mondiale il Dio denaro, toglie l'uomo e la donna, creati a immagine di Dio e ci mette il Dio denaro, questo è terrorismo».

Anche nei giorni della Gmg di Cracovia, papa Francesco ha sempre insistito sul ruolo di pace delle relgioni e chiesto ai ragazzi cristiani di non cedere all'odio, alla guerre, alla inevitabilità dei conflitti. Li ha invitati durante la messa conclusiva a non temere l'accusa di essere dei «sognatori», perché credono possibile costruire la pace e abbattere i ponti. E ieri alla veglia, condannando la guerra in Siria, ha chiesto di considerarla non in modo anonimo, ma come sofferenza del fratello che ho accanto. Ieri poi papa Francesco, con un fuori programma, ha sostato nella Chiesa di San Francesco, dove ci sono le reliquie di due religiosi polacchi uccisi da Sendero Luminoso nel 1991, e ha pregato Dio «perché converta i cuori dei terroristi».

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