Canizares ha aggiunto una sua personale riflessione su come la Chiesa ha seguito «con dolore, imbarazzo e stupore i giorni lunghi e strazianti durante i quali 629 persone hanno attraversato il mare Mediterraneo, un mare divenuto una ormai una insaziabile tomba sempre pronta a ingoiare altre vittime delle ingiustizie, del potente egoismo, della crudeltà disumana di vergognosi interessi delle mafie. A questo si unisce l’ostinazione delle nazioni che non ascoltano come dovrebbero i paesi più poveri dai quali queste vittime arrivano a noi».
Il cardinale Canizares non ha dubbi nel ritenere di come il caso Acquarius sia stato un elettroshock per tutti anche se purtroppo «ci stiamo abituando in modo sempre più insensibile. E’ stato come uno schiaffo che ha scosso le nostre coscienze e ci ha messo in piedi per assistere coloro che bussavano alla porta del cuore e alla coscienza collettiva dei popoli e delle nazioni. E chiamavano le persone di buona volontà e chiamavano soprattutto la coscienza umanitaria e cristiana».
L’arcivescovo di Valencia ha aggiunto un plauso per il governo spagnolo che ha deciso di aprire il porto della città a «questi 629 nostri fratelli. Le nostre autorità hanno mostrato un esempio a come guardare i problemi con senso di giustizia, solidarietà, responsabilità e dovere».
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