La nomina di monsignor Henryk Hoser a visitatore permanente e definitivo non si tratta di un riconoscimento riguardo all'autenticità delle apparizioni, sulle quali permangono i dubbi di Francesco. Si tratta di normalizzare un fenomeno religioso enorme, regolarizzando l’attività pastorale e i pellegrinaggi che ancora non vengono ufficialmente autorizzati. Il vescovo di Mostar Ratko Peric - sotto la cui giurisdizione si trovava fino a ieri Medjugorje – è sempre stato contrarissimo a riconoscere qualsiasi credibilità al fenomeno, contestando persino le risultanze della commissione istituita da Benedetto XVI che sottolineava l’esistenza di alcuni elementi di soprannaturalità almeno nelle prime apparizioni.
Adesso la missione del Visitatore apostolico permanente ha la «finalita' di assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunita' parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una peculiare attenzione». Hoser avra' residenza a Medjugorie.
«Il culto di Medjugorje e' autorizzato. Non e' proibito e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell'analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie», ha dichiarato lo stesso Hoser, che ha lasciato gia' qualche mese fa il precedente incarico di arcivescovo di Warsawa in Polonia. «Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono piu' problemi', ha aggiunto l'arcivescovo rivelando che la Commissione per l'analisi delle apparizioni di Medjugorje, che Benedetto XVI aveva affidato al cardinal Camillo Ruini, avrebbe dato parere favorevole».
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