“Bene – ha continuato - Ma allora se Dio è capace di vincere anche il peccato più grosso, più vergognoso, il più terribile dei peccati (questa domanda non è facile, e se c’è qui un teologo o una teologa per rispondere) dunque, con che arma vince il peccato Dio? ’Con l’amore’, bravi, tanti teologi, bravi, e questo, - ha aggiunto riprendendo poi a leggere il testo scritto - vuol dire che ’Dio regna’; sono queste le parole della fede in un Signore la cui potenza si china sull’umanità Dio si china, si abbassa, per offrire misericordia e liberare l’uomo da ciò che sfigura in lui, l’immagine bella di Dio, perché quando siamo in peccato l’immagine di Dio è sfigurata".
Papa Francesco durante la catechesi del mercoledì stava affrontando il tema del potere della misericordia. Un tema più volte richiamato per la costruzione della Chiesa da campo, vicina alla gente e al dolore di tanti fedeli che si sentono emarginati. Parole che sono sembrate rispondere ai dubbi teologici sollevati recentemente (tra mille polemiche) dai quattro cardinali dubbiosi (Brandmueller, Caffarra, Burke, Meissner) sulla possibilità di perdonare i divorziati risposati e dare loro il permesso di accostarsi alla comunione. Secondo questi porporati (che riflettono la posizione di un nutrito gruppo di teologi e vescovi) il matrimonio resta un sacramento di per sé indissolubile e, di conseguenza, secondo la dottrina tradizionale, i divorziati risposati non possono accostarsi alla comunione se non in presenza di un comportamento casto, senza cioè avere rapporti sessuali.
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