Papa Francesco: «Consacrati che vivono da ricchi feriscono la Chiesa»

Papa Francesco: «Consacrati che vivono da ricchi feriscono la Chiesa»
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Sabato 26 Novembre 2016, 12:48 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 13:40
«L'ipocrisia dei consacrati che vivono da ricchi ferisce le coscienze dei fedeli e danneggia la Chiesa». Così il Papa nel messaggio inviato al simposio sull'economia organizzato dal dicastero vaticano per la Vita consacrata. «Dobbiamo educarci a un'austerità responsabile. Non basta aver fatto la professione religiosa per essere poveri. Non basta trincerarmi dietro l'affermazione che non possiedo nulla perché sono religioso, religiosa, se il mio istituto mi permette di gestire o godere di tutti i beni che desidero», afferma Francesco.

Il Pontefice mette anche in guardia dal fatto che gli istituti religiosi permettano «di controllare le Fondazioni civili erette per sostenere le opere proprie, evitando così i controlli della Chiesa». «Quanti consacrati - afferma nel messaggio - continuano ancora oggi a pensare che le leggi dell'economia sono indipendenti da ogni considerazione etica? Quante volte la valutazione sulla trasformazione di un'opera o la vendita di un immobile è vista solo sulla base di un'analisi dei costi-benefici e valore di mercato?». «Dio ci liberi dallo spirito di funzionalismo e dal cadere nella trappola dell'avarizia!», aggiunge, sottolineando che «bisogna cominciare dalla piccole scelte quotidiane.
Ognuno è chiamato a fare la sua parte, ad usare i beni per fare scelte solidali, ad avere cura del creato, a misurarsi con la povertà delle famiglie che sicuramente gli vivono accanto»


«Grazie per questo che fa l'Italia!». Così il Papa sull'opera in favore dei migranti. «Un ambito di azione che deve starci particolarmente a cuore riguarda l'aiuto ai rifugiati e ai migranti, i quali chiedono di essere soccorsi e integrati nel tessuto sociale - ha detto ai giovani del Servizio Civile -. L'Italia è lodevolmente impegnata in questa opera, è un esempio; nell'esprimere apprezzamento per tutto ciò, esorto a proseguire con coraggio sia sul piano dell'accoglienza concreta sia su quello della sensibilizzazione e di una vera integrazione». 
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