Papa Francesco: «Basta maschilismo, la donna non è di serie B rispetto all'uomo»

Papa Francesco: «Basta maschilismo, la donna non è di serie B rispetto all'uomo»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 19:58
CITTÀ DEL VATICANO - Basta maschilismo nella società. La donna non è di serie B rispetto all'uomo. Il fatto che Eva sia stata creata dalla costola di Adamo non significa affatto sottomissione.



Papa Bergoglio, durante l'udienza del mercoledì, torna a parlare del rapporto uomo-donna, rileggendo le sacre scritture. «Quando finalmente Dio 
presenta la donna, l’uomo riconosce esultante che quella 
creatura, e solo quella, è parte di lui: "osso dalle mie ossa, 
carne dalla mia carne". Finalmente c’è un rispecchiamento, una 
reciprocità. La donna non e’ una "replica" dell’uomo; viene 
direttamente dal gesto creatore di Dio». E ancora: «L’immagine della 
"costola" non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, 
al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono 
complementari».



Bergoglio invita a riflettere sul tema della parità, un argomento toccato anche la scorsa settimana con una predica sulla questione del gender.
«E il fatto che – ha aggiunto Francesco - che Dio 
plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio che lei 
non e’ in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio. La fiducia 
di Dio nell’uomo e nella donna, ai quali affida la terra, e’ 
generosa, diretta, piena.
Si fida di loro
».



Ma allora perchè tante differenze? Francesco offre una visione delle discriminazioni femminili basata sul "peccato", il male, il diavolo. E' lui che genera 

«diffidenza e divisione fra l’uomo e la donna» nella Bibbia. «Il 
loro rapporto verrà insidiato da mille forme di prevaricazione e 
di assoggettamento, di seduzione ingannevole e di prepotenza 
umiliante, fino a quelle piu’ drammatiche e violente. La storia ne 
porta le tracce».



In piazza San Pietro stamattina c'erano decine di migliaia di persone, complice la giornata primaverile.
«Pensiamo, ad esempio, agli eccessi 
negativi delle culture patriarcali. Pensiamo alle molteplici 
forme di maschilismo, che considerano la donna di seconda classe. 
Pensiamo alla strumentalizzazione e mercificazione del corpo 
femminile nell’attuale cultura mediatica. Ma pensiamo anche alla 
recente epidemia di sfiducia, di scetticismo, e persino di 
ostilità che si diffonde nella nostra cultura - in particolare a 
partire da una comprensibile diffidenza delle donne - riguardo ad 
un’alleanza fra uomo e donna che sia capace, al tempo stesso, di 
affinare l’intimità della comunione e di custodire la dignità 
della differenza».
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