Il dramma delle migrazioni, fa notare Bergoglio, è inseparabile dalla povertà ed esacerbato dalle guerre. “E’ possibile mettere in moto processi che siano capaci di offrire soluzioni progressive e non traumatiche e di condurre, in tempi relativamente brevi, ad una libera circolazione e alla stabilità delle persone che siano vantaggiosi per tutti”. Un progetto ambizioso che richiederebbe un movimento «esattamente contrario nella coscienza dei governanti e dei potenti».
«Nei loro cuori e nelle loro menti e in ognuna delle fasi d’attuazione delle misure politiche c’è bisogno di dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti, agli sfollati e agli esclusi, senza distinzione di nazione, razza, religione o cultura e di rigettare i conflitti armati».
Infine nel messaggio, citando Schumann, De Gasperi, Adenauer, il Papa dice di apprezzare le politiche messe in campo dai leader europei “per assicurare la governabilità e la stabilità dell’economia mondiale, con particolare attenzione ai mercati finanziari, al commercio, ai problemi fiscali e, più in generale, ad una crescita economica mondiale che sia inclusiva e sostenibile. Tali sforzi, come ben prevede il programma di lavoro del vertice, sono inseparabili dall’attenzione rivolta ai conflitti in atto e al problema mondiale delle migrazioni”.
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