Il Papa benedice il Movimento Verde, contro la deforestazione dell'Amazzonia

Papa Bergoglio
di Franca Giansoldati
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Giovedì 17 Dicembre 2015, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 18:25
Città del Vaticano Parte il Movimento Verde. E’ stata presentata in Vaticano la campagna contro il deforestamento dell’Amazzonia. A sollevare il problema è stato un rapporto choc da parte del vescovo di Obidos, una città nel Nord del Brasile. Monsignor Bernardo Johannes Bahlmann, un frate cappuccino da anni in Brasile, ha fornito i dati sullo sfruttamento impressionante della regione, tanto da aver messo a repentaglio il polmone verde della terra. “Costatiamo un intensificarsi del deforestamento permanente delle nostre foreste! È una realtà che spaventa, pensando alle conseguenze negative per il mondo. Si corre il rischio di rendere deserto l’Amazzonia con il conseguente cambiamento climatico della regione”. Alla base del deforestamento ci sono enormi a interessi economici uniti ad azioni criminose. Per esempio: il legno è commercializzato come se fosse legale, però si calcola che più di 50% di questo legno sia esportato illegalmente diretto in Europa e America del Nord. Chi si oppone alla deforestazione viene minacciato di morte. “Davanti a queste situazioni abbiamo incominciato a ristrutturare il nostro lavoro e a sviluppare nuove strategie per migliorare il coordinamento con azioni di migliore sostenibilità. Sarà necessario creare un Movimento Verde con l’obiettivo di fare un intenso lavoro di riforestazione. Non possiamo restare soltanto nella denuncia, ma dobbiamo scatenare azioni positive. Già ci sono dei lavori molto buoni nell’ambito della Chiesa come in altre organizzazioni non governative ed anche governative”.
 
La Chiesa si propone di fare la sua parte contribuendo “nella coscientizzazione cristiana e dei diritti di una cittadinanza integrata”.  In pratica si tratta di lottare contro chi al momento si sta impadronendo illecitamente di ettari ed ettari di foresta. “Non possiamo chiudere gli occhi davanti a delle situazioni sociali che si aggravano sempre di più. Già lavoriamo con delle comunità e dei leaders per riuscire a cambiare la situazione. Il vantaggio come Chiesa è che non abbiamo necessità di fondare delle comunità e creare una rete sociale, perché questa c’è già, tramite migliaia di agenti di pastorale e di persone impegnate con le cause per l’Amazzonia”.
 
Il vescovo spiega che è già iniziato un programma per accompagnare i nuovi e piccoli agricoltori nell’organizzazione, nel coordinamento e nella loro professionalizzazione. “Abbiamo iniziato dei programmi di rimboschimento. È importante sottolineare che questo rimboschimento deve essere sostenibile perché le persone devono sopravvivere con il loro lavoro di agricoltura e di estrazione. Così la Diocesi ha acquistato recentemente una proprietà per costruire un piccolo centro di formazione. Vogliamo sviluppare anche qui delle attività di rimboschimento. Tramite questo progetto possiamo arrivare a molte comunità ‘ribeirinhas’, ‘quilombolas’ e popoli indigeni”. Il Papa ha ‘benedetto’ il progetto.
 
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