Maradona abbraccia il Papa: «Mi ha detto che mi stava aspettando»

Maradona abbraccia il Papa: «Mi ha detto che mi stava aspettando»
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Lunedì 1 Settembre 2014, 21:32 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 10:02

​Le religioni sono chiamate a farsi veicolo di pace e mai di odio, perch in nome di Dio bisogna portare sempre e solo l'amore. In tempi in cui il fondamentalismo religioso semina sangue e terrore nel mondo, papa Francesco ha colto l'occasione dell'incontro con i campioni del pallone impegnati questa sera allo Stadio Olimpico nella prima Partita interreligiosa per la pace per richiamare ogni identità confessionale a respingere qualsiasi forma di violenza e di odio in nome della fede.

Circondato, nell'Aula Paolo VI, da una platea di star del calcio come Diego Armando Maradona, Javier Zanetti, Roberto Baggio, Gianluigi Buffon, Andrea Pirlo e tanti altri, il Pontefice ha anche fatto appello a evitare nello sport ogni «discriminazione di razza, di lingua e di religione». «Vi ringrazio - ha detto - perché avete prontamente aderito al mio desiderio di vedere campioni e allenatori di vari Paesi e di diverse religioni confrontarsi in una gara sportiva, per testimoniare sentimenti di fraternità e di amicizia».

Ricordando i fini benefici dell'iniziativa, promossi dall'associazione «Scholasoccurrentes» e dalla Fondazione Pupi Onlus, il Papa ha spiegato che la partita «sarà certamente occasione per raccogliere fondi a sostegno di progetti di solidarietà, ma soprattutto per riflettere sui valori universali che il calcio e lo sport in genere possono favorire: la lealtà, la condivisione, l'accoglienza, il dialogo, la fiducia nell'altro». Valori, ha sottolineato, «che accomunano ogni persona a prescindere dalla razza, dalla cultura e dal credo religioso». Anzi, per Bergoglio, l'evento «è un gesto altamente simbolico per far capire che è possibile costruire la cultura dell'incontro e un mondo di pace, dove credenti di religioni diverse, conservando la loro propria identità, possono convivere in armonia e nel reciproco rispetto».

Ai calciatori il Papa ha ricordato che «è importante dare un buon esempio sia in campo sia fuori dal campo». Li ha esortati a «mostrare che lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale deve essere valorizzato mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di amicizia e l'apertura degli uni verso gli altri». E li ha invitati, anche negli atteggiamenti quotidiani, a «rendere una testimonianza in favore degli ideali di pacifica convivenza civile e sociale», In favore insomma di quella che lui chiama «cultura dell'incontro». Nel suo auspicio che lo sport contribuisca alla «pacifica coesistenza di tutti i popoli», escludendo «ogni discriminazione di razza, di lingua e di religione», Francesco ha sottolineato che «discriminare può essere sinonimo di disprezzare». «La discriminazione è un disprezzo - ha avvertito -, e voi con questa partita di oggi direte 'nò a ogni discriminazione».

Per Bergoglio le religioni devono essere «veicolo di pace e mai di odio», mentre religione e sport possono mostrare al mondo una «nuova era in cui i popoli 'non alzeranno più la spada l'uno contro l'altrò». E ai calciatori ha raccomandato di «allargare i cuori da fratelli a fratelli», indicando questa come «la dimensione più profonda e autentica dello sport».

Il Papa, durante l'udienza, si è lungamente soffermato a salutare i calciatori e le loro famiglie. Salutato da un applauso il lungo abbraccio con Maradona. «Papa Francesco è molto più di Maradona. È lui il vero fuoriclasse», ha poi commentato, visibilmente emozionato il «Pibe de oro». «Mi ero allontanato dalla Chiesa - ha detto ancora l'ex fuoriclasse - perché pensavo non facesse abbastanza per i bisognosi, ma con Francesco è diverso. Cosa mi ha detto? Che mi stava aspettando». L'impegno per la pace, intanto, resta il primo punto nell'agenda del Pontefice, angosciato per le tragiche crisi sui fronti internazionali. Giovedì prossimo, alle 9.45, Bergoglio riceverà a Santa Marta l'ex presidente israeliano Shimon Peres, che l'8 giugno scorso era stato, con il presidente palestinese Abu Mazen e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, uno dei protagonisti dello storico vertice di preghiera per la pace in Medio Oriente convocato da papa Francesco nei Giardini Vaticani.

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