Giubileo, il Censis: italiani pronti a perdonare ma ancora restii ad aiutare il prossimo

Giubileo, il Censis: italiani pronti a perdonare ma ancora restii ad aiutare il prossimo
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 25 Novembre 2016, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 08:44
Si è concluso domenica scorsa, con la chiusura della Porta Santa in Vaticano, il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Ma cosa è rimasto di quest’esperienza nel cuore dei fedeli? Quanto capillarmente e in che misura si è propagato il messaggio del Pontefice? Il Censis prova a rispondere a queste domande, sottolineando, pur tuttavia, gli esiti in termini di presenze che l’Anno Santo misericordioso ha registrato non soltanto nella Capitale. E’ la ricerca intitolata “Gli italiani e la misericordia” presentata dal numero uno dell’istituto, Giuseppe De Rita, dal presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, Monsignor Rino Fisichella e da Francesco Rutelli, presidente di “Priorità cultura” che, nel 2000 in qualità di sindaco di Roma, si trovò a gestire il Giubileo e che proprio in quest’occasione ha evidenziato anche le differenze tra i due eventi, tenendo a sottolineare come l’Anno Santo di Papa Francesco «sia stato concepito per l’universalità della Chiesa». 

Si era detto che le tensioni internazionali avrebbero rappresentato un deterrente per gli arrivi di turisti a Roma, che invece sono aumentati del 2,9%. Più in particolare, il Giubileo ha funzionato come strumento di mobilitazione. Benché le strutture ricettive classiche siano cresciute di meno - in termini di ospitalità - rispetto alle strutture usate dai pellegrini (gli esercizi complementari hanno segnato un +3,3% mentre i tradizionali hotel un +2,8%), 21,3 milioni di pellegrini hanno varcato la Porta Santa.

Inoltre, le centinaia di eventi sono stati spesso vissuti con gran fervore, anche se non sempre con altrettanta attenzione mediatica, le confessioni, non a caso, hanno registrato un aumento del 30%. Un dato, planetario, che dà l’idea del giubileo “celebrato”, inoltre, è quello dell’affluenza nei santuari con presenze medie di 3 milioni di fedeli nel 2016.

Per quello che, invece, riguarda il “lascito” umano e spirituale di quest’esperienza, nell’animo degli italiani emerge un forte bisogno di superare le lacerazioni di questi ultimi decenni, il Papa ha proseguito il cammino della richiesta di perdono e questo è un messaggio che trova consonanza, alla domanda se per ricucire con un parente o un amico sarebbero disposti a perdonare gli italiani rispondono un sì “convinto” al 62,6% e solo l’8,3% si dichiara non disposto a perdonare, mentre il restante 29,1% perdonerebbe solo se anche dall’altra parte ci fosse lo stesso atteggiamento.

È interessante, poi, un altro dato che emerge dal rapporto, non ci sono particolari differenze geografiche ma che i giovani si dicono meno pronti al perdono (53,7%) delle persone anziane (70,3%). In sostanza, l’Italia ha saputo mostrarsi come un paese perdonista che poco rispecchia la litigiosità pubblica. Tuttavia, se la tendenza al perdono è più che mai in ascesa non si può dire lo stesso per la disponibilità all’aiuto verso il prossimo.

Su quest'ultimo aspetto, il messaggio del Papa non sembra aver attivato una reale conversione dei comportamenti nei confronti dei bisognosi, anzi proprio l’anno della Misericordia vede una netta diminuzione della tendenza degli italiani a voler aiutare i bisognosi: nel 2013 le persone che dichiaravano che l’idea di aiutare chi è in difficoltà gli avrebbe dato una grande carica erano il 29,5%, nel 2016, invece, questa percentuale è scesa dell’11,7% e solo nell’ultimo periodo è in ripresa, attestandosi al 17,8%.
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