Montecassino, dopo gli scandali gay i frati tornano a produrre la birra

Montecassino, dopo gli scandali gay i frati tornano a produrre la birra
di Franca Giansoldati
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Lunedì 2 Luglio 2018, 20:45 - Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 19:06
Città del Vaticano - I monaci benedettini cercano di risollevare Montecassino dopo i guai finanziari e i recenti scandali gay dell’ex abate che spendeva il denaro dell’8 per mille per fare regali al suo compagno. La strategia individuata per ridare un po’ di smalto all’immagine del secolare monastero è di fare business con la birra. Per questo i monaci hanno siglato un contratto con la Peroni per produrre e commercializzare una birra che si preannuncia di particolare qualità.

A dare l’annuncio è stato dom Donato Ogliari,  da quattro anni abate di Montecassino, chiamato a rimettere le cose a posto dopo i disastri passati. Francesco - per evitare altri guai futuri - ha tolto la gestione della diocesi che faceva riferimento proprio all’abbazia a quella della vicina Sora, come disposto dalla bolla «Contemplationi faventes».
La Peroni l’azienda procederà direttamente alla produzione e commercializzazione già dal prossimo autunno. Nel frattempo – sempre per risollevare le sorti economiche di Montecassino – sono stati dati in affitto 300 ettari di terreno che erano abbandonati d’intesa con la società trentina Thun.

La birra di San Benedetto avrà una gradazione alcolica di 6,5 gradi e verrà realizzata secondo una antica ricetta benedettina, conservata da secoli e che, secondo il parere degli esperti del settore, è la prima formula artigianale per la produzione della bevanda. Il piano commerciale prevede anche una riserva per finanziare il recupero e la valorizzazione dell’antica chiesa dell’Albaneta, sempre a ridosso della storia abbazia in provincia di Frosinone, e di altri terreni e un paio di masserie ora abbandonati.
 
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