I 5,5 milioni di euro restano sequestrati a monsignor Scarano, ex Apsa accusato di riciclaggio

I 5,5 milioni di euro restano sequestrati a monsignor Scarano, ex Apsa accusato di riciclaggio
di Franca Giansoldati
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Venerdì 1 Giugno 2018, 11:59
Città del Vaticano – Cinque anni fa il Papa davanti alle accuse di riciclaggio nei confronti di monsignor Nunzio Scarano aveva detto che «non era di certo la Beata Imelda», a sottolineare la gravità dei reati che lo avevano portato in carcere. Era stato per anni uno dei funzionari più in vista all'Apsa, la cassaforte vaticana, fino alle inchieste giudiziarie della procura di Salerno. Stamattina la sezione Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Salerno ha confermato il sequestro ai fini di confisca e il vincolo cautelare dei beni per un valore di 5,5 milioni, gia' sequestrati, per il prelato, conosciuto come «monsignor 500 euro». Pericolosita' sociale, vari procedimenti penali a carico, tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Sono queste le motivazioni dei magistrati.

L' ex responsabile dell'Apsa in Vaticano e' coinvolto in un'inchiesta per riciclaggio, per un giro di false donazioni provenienti da societa' offshore transitate su conti Ior intestati al religioso, per usura e per esercizio abusivo del credito. I giudici d'appello, oggi, rigettando il ricorso dei legali di Scarano, confermano il decreto di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale emessa a gennaio dello scorso anno dal tribunale salernitano.

Dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, i magistrati inquirenti erano riusciti ad ottenere per il monsignore la custodia cautelare ai domiciliari (in quanto vi sarebbe sia una evidente sproporzione tra le fonti economiche e i corrispondenti impieghi) sia di verificare l'origine e la natura del denaro utilizzato dal prelato. Grazie ad una rogatoria internazionale, sono riusciti ad ottenere dall'autorita' giudiziaria della Svizzera la documentazione bancaria da cui e' «emersa l'esistenza di societa' offshore e la destinazione di quei redditi non dichiarati e, dunque, per l'accusa, illecit».






 
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