Uno chef a guardia del Papa

Uno chef a guardia del Papa
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Novembre 2014, 18:14 - Ultimo aggiornamento: 18:29

CITTA’ DEL VATICANO Per certi versi cucinare è un po’ come pregare, equivale a un esercizio d’amore rivolto al prossimo, per saziarlo, farlo crescere. Mescolare spezie, combinare gli ingredienti, trovare l’equilibrio tra sostanza e sapore alla ricerca di un armonia, non solo affina i sensi ma avvicina, toglie le distanze, realizza una comunione, insomma diventa un’arte sublime. David Geisser affermatissimo chef in terra elvetica, fino a poco tempo fa lavorava nel migliore ristorante svizzero, a dispetto della giovane età, ha solo 25 anni, ha messo la sua capacità a servizio di Papa Francesco. Alabardiere della Guardia Svizzera pontificia (fino al prossimo anno, tanto durerà la ferma) ma nel tempo libero trascrittore delle ricette papali. Alcune antichissime. “Ho intrapreso una strada che si può solo percorrere con il cuore”. Il passaggio da Zurigo a Roma è stato breve. Brevissimo. “Avevo due sogni e li ho realizzati entrambi. Uno era di fare il cuoco, l’altro di entrare nella Guardia svizzera, come fece anche mio padre, per servire il Papa”.

I desideri si sono realizzati entrambi e questo ragazzo di ventiquattro anni dallo sguardo trasparente e dai modi timidi, ha messo a disposizione la sua grande capacità creativa per realizzare un libro speciale, anzi specialissimo.

Il primo in assoluto a raccogliere tutte le ricette che si cucinano da sempre nel Palazzo Apostolico, suddividendole a seconda delle tradizioni. Ci sono le ricette preferite da Papa Francesco, quelle che ama di più Josef Ratzinger e i piatti prediletti di San Giovanni Paolo II. David non solo svela i segreti della cucina vaticana, ma insegna come preparare i piatti, svelando gli accorgimenti necessari per renderli più gustosi.

Nel marzo 2015 David tornerà in Svizzera, intanto il suo nome resterà negli annali dell’esercitò più piccolo del mondo e pure nel cuore di Papa Bergoglio, anch’egli un cuoco abile (oltre che buona forchetta), visto che imparò a cucinare da bambino osservando la mamma in cucina. I piatti preferiti del ponterice trascritti e resi disponibili dallo chef svizzero sono tre pietanze argentine. “Empanadas” (fagottini ripieni di carne, verdure e spezie) e “Colita de cuadril” (bistecca di controfiletto alla griglia) e il “Dulce de leche”, una crema di latte e zucchero profumata alla vaniglia (tipo il biancomangiare) .

San Giovanni Paolo II, invece, amava tanto i “pierogi”, tipici della cucina polacca (tortelli ripieni spesso anche di frutta secca) mentre per Ratzinger i würstel alla Regensburg, bianchi con cipolle e lo Schweinsbraten, l’arrosto di maiale. Nel ricettario dello chef del Papa si scopre che il piatto preferito di don Georg Gänswein sono i saltimbocca alla romana, mentre quello del segretario di Stato, cardinale Parolin sono gli gnocchi conditi con un pesto di basilico e salsa di pancetta. Gli gnocchi alla vaticana.