Germania, beatificato il prete che denunciava i crimini del Reich: fu deportato a Dachau

Germania, beatificato il prete che denunciava i crimini del Reich: fu deportato a Dachau
di Franca Giansoldati
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Sabato 24 Settembre 2016, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 00:07
Città del Vaticano - E' stato beatificato a Wuerzburg, in Germania, il prete che denunciava dal pulpito i crimini del Terzo Reich. Padre Engelmar Unzeitig è stato dichiarato martire da papa Francesco e venerabile da Benedetto XVI. Una figura finora poco conosciuta ma eroica. Fu arrestato nel 1941 per aver denunciato il trattamento degli ebrei da parte dei nazisti e per questo deportato nel campo di concentramento di Dachau. Le sue prediche scuotevano, erano insolite, soprattutto servivano ad incoraggiare i cattolici a restare fedeli a Dio e a resistere alle menzogne del regime. La sua predicazione non poteva durare a lungo, non poteva essere tollerata oltre dalle Ss. Nel 1943 preso e incarcerato a Dachau, dove finivano soprattutto i sacerdoti. Lì tra il 1938 e il 1945 sono stati deportati 2.579 tra preti, seminaristi e monaci, insieme a 141 tra pastori protestanti e preti ortodossi. Di questi, 1.034 sono morti nel campo di Dachau. 

Il beato Engelmar era nato nel 1911 a Greifendorf, nell’odierna Repubblica Ceca. Nel campo riuscì a guadagnarsi la fama di “santo” e “angelo di Dachau” per la cura che aveva dei prigionieri ammalati di febbre tifoidale. Nelle baracche i malati venivano ammassati e spesso morivano in uno strazio senza fine, senza cure, senza assistenza, senza cibo.

Padre Unzeitig, in una lettera, scrisse: «Qualunque cosa facciamo, qualunque cosa vogliamo, è sempre e solo la grazia che ci guida e ci porta. La grazia di Dio onnipotente ci aiuta a superare ogni ostacolo. L’amore duplica le nostre forze, ci rende fantasiosi, contenti e liberi. Se solo la gente sapesse che cosa Dio ha in serbo per quelli che Lo amano!». E ancora: «Anche dietro i più grandi sacrifici e le peggiori sofferenze c’è Dio con il suo amore paterno, che è soddisfatto dalla buona volontà dei suoi figli ai quali dona la felicità».

Il tifo contagiò anche padre Unzeitig che morì il 2 marzo 1945. Poche settimane dopo, gli americani liberarono i detenuti. Per la Chiesa è stato ucciso in odium fidei.
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