Proteste in Armenia per l'elezione a premier dell'ex presidente Sargsyan, l'opposizione annuncia la «rivoluzione di velluto»

Proteste in Armenia per l'elezione a premier dell'ex presidente Sargsyan, l'opposizione annuncia la «rivoluzione di velluto»
di Franca Giansoldati
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Martedì 17 Aprile 2018, 20:21
Yerevan -  Il malcontento che serpeggiava in Armenia è esploso dopo che l’ex presidente Serzh Sargsyan è stato eletto primo ministro dal Parlamento ottenendo la carica malgrado le proteste nella capitale Yerevan. La sua candidatura, proposta dal Partito repubblicano al potere, è  stata sostenuta da 77 deputati, contro 17 contrari. Le proteste potrebbero allargarsi con l’obiettivo di bloccare il suo insediamento alla guida di un nuovo governo. In giornata ci sono stati gruppi di manifestanti che hanno cercato di bloccare l’accesso a  diversi edifici governativi, compresi il ministero degli Esteri,  l’Agenzia delle entrate e la Banca centrale.

Il capo dell’opposizione è un deputato, l’ex giornalista, Nikol Pashinian che ha proclamato l’inizio di una «rivoluzione pacifica di velluto». L’obiettivo di Pashinian è di impedire al presidente uscente, Serzh Sargsyan – un ex militare in carica dal 2008 -  di tornare a governare il Paese, stavolta come premier eletto dal Parlamento.  L'opposizione si è lentamente fatta largo dopo che c’è stata nel 2015 una modifica costituzionale che ha trasferito i poteri dal presidente (un tempo eletto a suffragio universale) al Parlamento, con la creazione di un ruolo di premierato forte.

L’Armenia è una repubblica diventata indipendente nel 1991, dopo il crollo del sistema sovietico. Dal punto di vista economico è ancora dipendente dalla Russia, nonostante che le spinte occidentali nell’area caucasica abbiano tentato di ridisegnare gli equilibri regionali. Il nuovo  presidente, Armen Sargsyan (ha lo stesso cognome del predecessore ma non è suo parente)  ha giurato la scorsa settimana ma il base alle riforme costituzionali i suoi poteri sono ridimensionati rispetto a passato. Secondo l’opposizione il nuovo sistema di governo – una repubblica parlamentare con un premier forte – va a favore del mantenimento del potere di Serzh  Sargsyan. Le proteste finora hanno portato all’arresto di 80 persone.
 
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