Referendum, l'Economist si schiera per il no: se Renzi perde non sarà una catastrofe

Referendum, l'Economist si schiera per il no: se Renzi perde non sarà una catastrofe
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Giovedì 24 Novembre 2016, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 17:44

L'Economist, contrariamente a quello che ci si sarebbe potuto aspettare, si schiera per il no al referendum. L'autorevole settimanale inglese in un pezzo intitolato «Why Italy should vote no in its referendum» (Perché l'Italia dovrebbe votare no nel suo referendum) argomenta che il paese ha bisogno di riforme di vasta portata, non solo quella proposta, che il premier Matteo Renzi non dovrebbe ricattare gli italiani e che se dovesse perdere e quindi dimettersi non sarà una catastrofe.

«Se il referendum fallisce, Renzi dice che si dimetterà - argomente l'Economist -. Gli investitori, e molti governi europei temono che un no farà diventare l’Italia il “terzo domino” in un ordine internazionale che si sta rovesciando, dopo la Brexit e l’elezione di Donald Trump. E tuttavia questo giornale crede che gli italiani dovrebbero votare no». 

«La riforma costituzionale proposta da Renzi non affronta il problema principale, cioè la poca volontà dell’Italia di fare le riforme. Ogni marginale miglioramento - continua il giornale della City - è comunque superato rispetto ai peggioramenti, soprattutto il rischio che nel tentativo di fermare l’instabilità che ha dato all’Italia 65 governi dal 1945, si crei un uomo forte eletto. E questo in un paese che ha propdotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è vulnerabile al populismo in maniera preoccupante».

L’Economist accusa poi Renzi di aver provocato la crisi legando «il futuro del suo governo al test sbagliato. Gli italiani non dovrebbero essere ricattati - continua il settimanale - e Renzi avrebbe fatto meglio a spingere  per migliori riforme strutturali su tutto, dall’indolente sistema giudiziario alla scuola. Il pemier - prosegue l'Economist - ha già buttato via quasi due anni armeggiando sulle riforme costituzionali. Prima l’Italia si occuperà di vere riforme e meglio sarà per l’Europa».

«Le dimissioni di Renzi potrebbero non essere la catastrofe che molti in Europa temono conclude il giornale -. L’Italia potrebbe varare un governo tecnico, come ha fatto molte volte in passato. Se, nonostante questo, la vittoria del No al referendum dovesse innescare il crollo dell’euro, allora sarebbe il segno che la moneta unica era così fragile che la sua distruzione sarebbe stata solo una questione di tempo».



 

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