M5S pensa già al governo: ipotesi leadership Appendino

Appendino
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Martedì 6 Dicembre 2016, 09:58
Si vedono già proiettati sui banchi del governo, a dismettere i panni degli oppositori furenti e a indossare quelli degli statisti responsabili. Ogni parlamentare del M5S si sta chiedendo in queste ore chi e cosa sopravviverà nella nuova linea governista che stanno imboccando i Cinque Stelle se arriveranno davvero a vincere le prossime elezioni politiche. Se fosse per loro si dovrebbe andare a votare domani.

Un'ala più discreta del M5S però ammette che bisogna procedere con molta calma, e prendere più tempo possibile per formare una squadra credibile. Ma già si litiga su ruoli, incarichi, deleghe e primarie. Perché se il M5S è intenzionato ad andare al voto subito, c'è la partita apertissima delle ricandidature. Chi se la meriterà? Chi e quanto si è speso per il Movimento? Saranno domande che verranno a galla e tra i parlamentari non c'è nessuno finora che abbia intenzione di mancare un secondo giro.

PROVE
Ancora più delicato il nodo su chi sarà il candidato premier. Non è scontato che sarà Luigi Di Maio, dicono i malpancisti che pretendono un voto certificato dalla rete. Qualcuno rilancia l'ipotesi Chiara Appendino, ma si sa, per le regole del M5S non si potrebbe, perché è già impegnata a fare il sindaco. E' proprio lei, però, ch in queste ore appare agli occhi di molti nel movimento come il candidato naturale per palazzo Chigi. Beppe Grillo e Davide Casaleggio, l'establishment pentastellato, non hanno mai nascosto di nutrire forti aspettative sul vicepresidente della Camera e temono che il voto online, se non fosse partecipato, potrebbe in qualche modo squalificarlo.

Intanto, sembra scontato che sarà proprio il deputato campano con i capigruppo a salire al Quirinale per le consultazioni con il Capo dello Stato. Ma è una mossa che non passerà inosservata dentro il Movimento dove c'è già polemica per il ruolo che si è cucito addosso Di Maio, la cui leadership, fanno notare i suoi nemici interni è stata messa a dura prova, se non sfregiata come nel caso Roma.

«Vogliono votare tutto in rete, dal candidato premier alla squadra di governo, è un suicidio» si lamenta un parlamentare vicinissimo a Di Maio e deciso a non concedere nulla agli ortodossi. Tutti nodi che verranno al pettine stasera. «Non faremo passare troppo tempo. Cercheremo un modo per votare e blindare il suo ruolo in rete - fanno capire fonti vicine a Casaleggio - ognuno trovi il suo ruolo, ma Di Maio è la figura che ci consente di parlare a più persone».

E Di Maio, l'altra notte rivolgendosi al popolo del sì ha dimostrato di volersi andare a prendere anche voti non suoi. «Di Maio è una risorsa» ripetono sibillini coloro che non sono convinti. Frase che nel linguaggio politico è sempre stato un complimento molto ambiguo e intriso di veleno, specie se pronunciato da un collega di partito.
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