L'Opa di Salvini su FI: facciamo Lega Italia

L'Opa di Salvini su FI: facciamo Lega Italia
di Emilio Pucci
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Venerdì 9 Marzo 2018, 11:00
Le invettive sulle liste, la critica per aver dato il via libera alla blindatura dei posti della Lega nel Sud, la protesta della rappresentanza del partito del Mezzogiorno sottostimata nei posti di comando.

IL BERSAGLIO
Ormai sempre meno sotto traccia, il bersaglio numero uno in Forza Italia per il risultato al di sotto le aspettative è ancora una volta Niccolò Ghedini. Preso di mira ancor prima del 4 marzo anche per aver evitato, a detta dei detrattori, una campagna elettorale di Berlusconi sul territorio. Ma al consigliere più stretto dell'ex presidente del Consiglio non sta andando giù l'escalation di accuse. Da qui la richiesta di mettere uno stop ad illazioni. «Basta attacchi», il suo sfogo. Raccolto dal Cavaliere che ieri ha fatto sapere di avere piena fiducia nell'avvocato che da tempo ha vestito i panni del nuovo Verdini.

IL MESSAGGIO
Ghedini da sempre evita interventi in pubblico, ultimamente ha semplicemente avallato l'eventuale nomina di Brunetta all'Economia, ma non ci sta a fare il capro espiatorio. «Io difendo Berlusconi, non Salvini», ha spiegato a chi lo ha chiamato. «Chi recitava ieri una nota del coordinamento di FI - fomenta polemiche nei confronti di coloro che condividono la responsabilità di tradurre in atto le scelte politiche e le indicazioni operative del Presidente Berlusconi è del tutto fuori dalla realtà». Una risposta ad alcuni editoriali e alle voci secondo le quali Ghedini avrebbe agito senza il previo consenso dell'ex premier.

Ma i destinatari del messaggio vergato ad Arcore sono anche altri. In primis, riferiscono in FI, è Giovanni Toti che in un'intervista al Corriere non ha escluso un passo indietro di Berlusconi e da tempo fa il pressing per il partito unico del centrodestra. Ma la lista comprende anche chi sta pensando già di riposizionarsi, guardando magari a quella Lega Italia, ovvero, appunto, al progetto del partito unico sponsorizzato da molti esponenti del settentrione. I sospetti verso un Salvini orientato a farsi un altro giro elettorale restano. L'ex presidente del Consiglio, nell'affermare che farà di tutto affinché ci sia un governo, ha voluto far capire ai filo-leghisti che in caso di elezioni le percentuali sarebbero ancora più basse. «Basta richieste di posti al sole, giochiamo di squadra», il segnale mandato.
Berlusconi ancora una volta ha poi voluto rimarcare, in una lettera agli eletti, di essere in prima linea «come sempre». «Abbiamo davanti a noi recita la missiva - una nuova pagina delle nostre battaglie di libertà da scrivere insieme. Nella situazione politica che si è determinata, Forza Italia ha un ruolo essenziale. In leale collaborazione con i nostri alleati».

Il Cavaliere respinge ogni tentativo di Opa ma intende frenare subito le divisioni interne, alla vigilia di nomine che potrebbero riguardare il gruppo e i dicasteri. Gli spazi di FI si sono ridotti e Salvini ha fatto sapere che non accetterà più distinguo come quelli arrivati nella scorsa legislatura. In FI si fanno i nomi di Carfagna e Gelmini per la guida dei deputati, ma da villa San Martino l'indicazione arrivata è che Renato Brunetta - al pari di Paolo Romani al Senato - dovrebbe rimanere al suo posto perlomeno per un mese. Ovvero di sicuro il periodo in cui la delegazione azzurra salirà al Quirinale per le consultazioni. Ma lo scontro nel partito è anche sulla riorganizzazione.

I TERRITORI AGITATI
I parlamentari eletti chiedono che possa crescere una nuova classe dirigente. «Forza Italia si legge nel comunicato - è un movimento politico unito intorno al presidente Berlusconi, una grande forza politica nazionale dove non esistono distinzioni né tantomeno contrapposizioni territoriali». Brucia il risultato in alcune regioni come le Marche e l'Emilia dove sono stati fatti fuori i coordinatori due giorni prima della presentazione delle liste. Ma il focolaio è anche in Sicilia dove c'è una rivolta contro Miccichè. In tutta Italia molti parlamentari rimasti fuori, soprattutto tra quelli provenienti da Alleanza nazionale, alla fine hanno fatto veicolare i propri voti alla Lega.

 
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