Roma, exploit M5S Pd in difficoltà. Tonfo a Napoli, FI tiene a Milano

di Mario Stanganelli
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Martedì 7 Giugno 2016, 09:00
ROMA - I sindaci delle cinque maggiori città andate al voto domenica erano stati eletti da coalizioni di centrosinistra che, almeno al primo turno, non sono state riconfermate in nessuno di questi Comuni. E se a Milano, Torino e Bologna il centrosinistra va ai ballottaggi con buone chance di riuscita, assai ostica, dopo l'exploit della grillina Virginia Raggi, appare il ballottaggio di Roma tra la stessa Raggi e Roberto Giachetti, mentre la partita di Napoli è già perduta con l'esclusione della candidata dem Valeria Valente e con un disastrato Pd che affonda sotto il 12%. E' questa la fotografia delle evidenti difficoltà in cui - nonostante la scarsità delle performance delle formazioni schierate alla sua sinistra - si trova un partito che, tra i venti capoluoghi al ballottaggio ne vede otto in cui si trova in testa un candidato degli schieramenti avversi (centrodestra, M5S o liste civiche). In più, di questi otto, sei (Trieste, Novara, Pordenone, Grosseto, Isernia e Benevento) sono il risultato di un almeno momentaneo ribaltone rispetto alle precedenti amministrazioni con il Pd.

Il caso inverso - cioè di un Comune a guida centrodestra in cui si trovi in vantaggio un candidato di centrosinistra - è solo quello di Caserta. Va inoltre tenuto conto che dei 25 capoluoghi di Regione e Provincia andati al voto, 21 erano governati da giunte di centrosinistra e 4 di centrodestra (Varese, Latina, Caserta, Cosenza) e, ad oggi, dei 5 sindaci eletti al primo turno, tre sono di centrosinistra (a Cagliari, Salerno e Rimini), uno di centrodestra a Cosenza - tutte riconferme - mentre in Sardegna a Villacidro una lista civica ha soppiantato la precedente amministrazione di centrosinistra.Al Nazareno si punta tutto, ovviamente, sui ballottaggi, con la quasi certezza, nei grandi centri, di incamerare il risultato a Torino e Bologna e di giocarsi alla pari la cruciale partita di Milano, dove Sala precede solo di un'incollatura il candidato del centrodestra, per una volta unito, Stefano Parisi. Partita che potrebbe rappresentare la vera cartina di tornasole per una valutazione complessiva di questa tornata elettorale. Ma Milano, unica città in cui il centrodestra non sia andato incontro a una frana, costituisce anche la chiave di volta del successo o dell'insuccesso della strategia del centrodestra, giocata in prima persona da Silvio Berlusconi per poter conservare, almeno in parte, nelle proprie mani le redini dell'intero carrozzone di quello che fu il Popolo delle Libertà. Un ruolo non secondario nella partita potrebbero giocarlo i voti in libera uscita del M5S che a Milano, così come in diverse altre realtà, non ha particolarmente brillato, almeno rispetto alle notevoli performance della Raggi a Roma, dove l'M5S prende il doppio dei voti del Pd, e anche di Chiara Appendino a Torino, destinata, da qui al 19, a turbare i sonni del sindaco uscente Piero Fassino, che pur la guarda dall'alto di dieci punti di distacco.

BILANCIO
Nel complessivo bilancio del voto nei 20 capoluoghi andati al ballottaggio in dieci di essi (Milano, Torino, Bologna, Ravenna, Savona, Brindisi, Caserta, Crotone, Carbonia, Olbia) il centrosinistra si trova in vantaggio. Il centrodestra, invece, si trova in testa in otto (Trieste, Novara, Varese, Pordenone, Grosseto, Isernia, Latina e Benevento). In quest'ultima città, che ha fatto registrare la massima affluenza (78,5%) tra tutte quelle chiamate al voto, si consuma la sfida sul filo di lana tra l'ex Guardasigilli del governo Prodi Clemente Mastella e Raffaele Del Vecchio, per dieci anni vicesindaco del capoluogo sunnita. Entrambi momentaneamente piazzatisi al 33% delle preferenze, con solo uno 0,4 a vantaggio dell'ex ministro.