Elezioni a Roma, nuovo caso Raggi: dice no ai confronti in Rai e al Gay village

Elezioni a Roma, nuovo caso Raggi: dice no ai confronti in Rai e al Gay village
di Mario Ajello
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Venerdì 27 Maggio 2016, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 09:06

Il confronto, o meglio lo scontro, sui confronti tivvù è diventato il tormentone di questa campagna elettorale. E ci risiamo. Gli altri candidati a sindaco di Roma attaccano Virginia Raggi, perché ieri ha marcato visita alla sfida con i concorrenti allestita dal Tgr Lazio. La conduttrice del faccia a faccia ha annunciato l'assenza della candidata grillina e le telecamere hanno inquadrato la sedia vuota. «Se ha paura di confrontarsi con i suoi competitori - ha detto Giorgia Meloni - figuriamoci quando la Raggi dovrà confrontarsi con il governo nazionale». Anche Alfio Marchini, in una iniziativa elettorale, ha polemizzato: «E' anti-democratico il comportamento della Raggi che fugge ad ogni confronto».

LE SEDIE
#virginiascappa è l'hashtag, popolarissimo, pronto a tornare in auge, come nelle scorse settimane? Un po' sì, ma anche un po' no. Perché insomma le non partecipazioni della Raggi agli show con Fassina, Giachetti, Marchini, Meloni e gli altri aspiranti sindaci si susseguono, ma c'è in vista un super-spettacolo con dentro tutti, come vedremo. Intanto, dopo il forfait al Tgr Lazio, un altro invito è stato disertato dalla Raggi. Quello proveniente dal Gay Village. Il programma prevedeva uno confronto a tre, senza Marchini che avrebbe accettato volentieri di esserci ma non è stato convocato in quanto considerato eccessivamente avversario. Idem per la Meloni. Fassina, Giachetti e Raggi invece sono stati invitati ma la grillina ha detto «non posso» e in cambio ha ricevuto le proteste e le critiche del mondo omossessuale. Di cui è s'è fatta interprete Vladimir Luxuria: «La Raggi ha paura di venire da noi perché insegue l'elettorato di destra e teme di perderlo se parla con il nostro mondo». Di fatto, finora, la Raggi ha sempre motivato le sue assenze ai dibattiti elettorali così: «Impegni già presi in precedenza mi impediscono di essere lì», oppure ha avanzato «motivi familiari» per giustificare la sua non partecipazione.

 

La prima sedia vuota è stata quella del confronto organizzato dai costruttori romani dell'Acer, e trasmessa su Sky. Anche al dibattito organizzato da Del Debbio per Mediaset ha detto di no. E così ha scelto la non partecipazione ai tele-duelli allestiti nei siti di diversi giornali. Il tutto, secondo certi grillini meno diplomatici di altri, perché in tivvù la Raggi funzionerebbe poco, in quanto fredda, scarsamente empatica. Interpretazioni a parte, l'unica certezza è la scelta di evitare di incrociare i guantoni con gli altri quattro sfidanti.Unica, solitaria eccezione, il faccia a faccia del 31 maggio sera su Sky si annuncia come il momento clou. In vista del quale prima si è cominciato litigando, e Raggi ha attaccato Giachetti in questo modo: «Ha chiesto di non avere il sottopancia televisivo con il logo del Pd perché si vergogna del suo partito a causa di mafia Capitale e di tutto il resto. Nella riunione preparatoria delle regole per il confronto su Sky, ha detto: se mettete il simbolo Pd, non vengo». E Giachetti, sferzante: «Se io a Sky vado con il logo Pd, tu dovrai andarci con il logo della Casaleggio Associati». Poi spiega: «Io sono il candidato non di un partito ma di una coalizione, avendo partecipato e vinto alle primarie della coalizione di centro-sinistra». Di fatto, però, come testimoniato da queste schermaglie, dopo tutti i no al confronto da parte della Raggi è arrivato il sì - già più volte annunciato - al super-match con gli altri candidati nella sera 31. Un lungo post sulla sua pagina Facebook spiega la posizione della Raggi.

L'APPUNTAMENTO
C'è scritto così: «Ringrazio Sky per averci dato questa opportunità di un confronto corretto, con chiare regole e concentrato sui temi della città. E' quel che chiede il movimento 5 stelle da sempre. Il mio sì al confronto, a differenza di quanto minacciato dal Pd, è ovviamente incondizionato». Il finale è in crescendo: «Ci vediamo il 31 sera e sarà un piacere sbattere in faccia a questi trasformisti dell'ultima ora la realtà che non riescono ad accettare. Ovvero che li manderemo a casa». Ma prima bisogna vedere chi vincerà il confronto e chi vincerà le elezioni.