I programmi dei partiti: dai tagli ai condoni, il rebus coperture

I programmi dei partiti: dai tagli ai condoni, il rebus coperture
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Domenica 11 Marzo 2018, 10:19
Centro-destra e Movimento 5 Stelle rivendicano il proprio diritto a governare; anche se la formazione di un esecutivo pare ancora lontana, l'attuazione delle promesse elettorali dovrà passare per maggiori spese e minori entrate che necessitano di un'adeguata copertura finanziaria. Un eventuale governo di coalizione potrebbe naturalmente caratterizzarsi per un programma misto tra le forze che dovessero prendervi parte; ma questo di per sé non garantirebbe una riduzione delle esigenze finanziarie. Nei programmi delle forze politiche uscite politicamente vincenti dal voto del 4 marzo non mancano le indicazioni sulle coperture: si va dalla prosecuzione della spending review (immancabilmente incentrata sulla lotta agli sprechi) al disboscamento della giungla delle agevolazioni fiscali, fino ad un generosissimo condono delle pendenze tributarie. Si tratta però di ricette espresse in modo piuttosto vago, che presentano problemi di attuazione non indifferenti.

LA SPENDING REVIEW
Pochi margini di risparmio qualità dei servizi a rischio

Sia il centro-destra che il M5S si sono richiamati in campagna elettorale a Carlo Cottarelli, già commissario alla spending review, proponendo dunque senza troppi dettagli la riduzione della spesa pubblica. Passare all'azione su questo fronte è però molto complicato. Tra i grandi capitoli di uscita ci sono le pensioni, oggetto al contrario di propositi di contro-riforma; le retribuzioni dei dipendenti pubblici, che però dopo otto anni sono tornati nel normale ciclo della contrattazione e per di più hanno un'età media avanzata (con necessità quindi di nuove assunzioni); gli investimenti già compressi e sacrificati negli anni del risanamento finanziario. Anche le spese di funzionamento della macchina pubblica presentano margini limitati: a proposito della sanità, l'Ufficio parlamentare di bilancio ha recentemente scritto che «ulteriori tagli avrebbero verosimilmente effetti sulla qualità dei servizi offerti oppure sul perimetro dell'intervento pubblico».

LA SANATORIA FISCALE
Solo il 15% ma tutto subito ipoteca sul gettito futuro

Prima del voto ne ha parlato molto Matteo Salvini, anche se in realtà l'idea fa parte del programma di tutto il centro-destra: una grande riforma fiscale come il passaggio alla tassazione piatta potrebbe essere accompagnata da una aggressiva sanatoria sulle somme non riscosse dal fisco. A differenza della rottamazione della cartelle voluta dal governo Renzi, che si limitava a cancellare le spese per sanzioni e interessi, in questo caso lo Stato dovrebbe accontentarsi di appena il 15 per cento dell'imposta a suo tempo dovuta. Ma questo meccanismo - argomentano i sostenitori della proposta - si applicherebbe su somme che per il bilancio pubblico rischiano di essere perse o quasi. Al di là di queste considerazioni, andrebbe comunque valutato l'effetto sulle scelte dei contribuenti: questi potrebbero essere indotti a una minore fedeltà fiscale potendo contare sulla speranza di successivi condoni. Così gli introiti immediati sarebbero vanificati da un calo del gettito futuro.

LE AGEVOLAZIONI
Detrazioni e deduzioni, il riordino è già fallito

Sulla carta ci sono decine o addirittura centinaia di miliardi da recuperare attingendo all'ampio bacino delle agevolazioni fiscali di vario tipo: lo ha detto in campagna elettorale anche Silvio Berlusconi. Ma in questi anni i tentativi di razionalizzare e ridurre detrazioni, deduzioni ed altri sconti hanno ottenuto risultati modestissimi. Toccare le agevolazioni esistenti sull'Irpef vuol dire di fatto alzare il prelievo fiscale per categorie più o meno estese di contribuenti. Un obiettivo del genere può essere raggiungibile in presenza di una contemporanea massiccia riduzione dell'imposta, come avverrebbe con la flat tax ma; si tratta comunque di un terreno minato perché alcune detrazioni, come ad esempio quelle per i mutui o le ristrutturazioni edilizie, influiscono da tempo sui comportamenti dei contribuenti. Presentano forse meno problemi gli sconti riservati alle imprese (quantitativamente meno rilevanti), la cui revisione andrebbe però in ogni caso calibrata con attenzione.
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