Caos centrodestra dopo la Mussolini, Meloni: «FI spieghi o sarà guerra»

Mussolini e Meloni
di Sara Menafra
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Giovedì 9 Giugno 2016, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 10:38

Silvio Berlusconi non ha smentito, del resto sta poco bene. Ma se il leader di Forza Italia non è in condizione di rispondere, il silenzio quasi unanime del resto del partito, pesa più di una conferma in carta bollata. Le dichiarazioni di Alessandra Mussolini ieri al Messaggero in cui diceva «la mia missione, per volere di Berlusconi, era impedire l'accesso della Meloni al ballottaggio» restano lì. E rischiano di segnare definitivamente la rottura con Fratelli d'Italia e con lo stesso Matteo Salvini. Difficile che bastino le parole scritte su Facebook dal coordinatore del partito Giovanni Toti, il quale indirettamente smentisce le parole della nipote del duce: «Chi, all'interno di Fi parla di un piano anti-Meloni, sta semplicemente farneticando.

BADOGLIATA
Giorgia Meloni non la prende bene: «Per come sono andate le cose, e credo di conoscerle avendo partecipato agli eventi dei giorni convulsi in cui fu scelto il candidato di Roma, - replica - una parte del nostro partito riteneva che Marchini potesse rappresentare una figura coerente con le aspettative del nostro elettorato. Evidentemente non era così, ma l'errore di valutazione non deve essere scambiato per inconfessabili quanto inesistenti piani oscuri».La candidata sindaca di Fratelli d'Italia usa i social forum: per commentare «Alessandra Mussolini, che non è mai stata famosa per la sua astuzia, lo dichiara apertamente mettendo a nudo tutto lo squallore dell'operazione messa in campo a Roma». Poi, LA Meloni domanda se i vertici azzurri, a partire proprio dal leader di Fi, «reputeranno di dover smentire le parole della loro capolista a Roma...». E chiosa con una battuta nostalgica: «Fa un certo effetto vedere una Mussolini vantarsi di una badogliata».Il paragone col tradimento di Badoglio piace anche a Fabio Rampelli, capogruppo del partito alla Camera.
 
Proprio Rampelli è furioso e dice che la decisione è già presa. Irrevocabile: «Se Berlusconi non smentisce apertamente quello che ha dichiarato la Mussolini, il suo nome diventa incompatibile con il ruolo di coordinatore nazionale del centrodestra. La mia non è una minaccia, è semplicemente una conseguenza logica. Non può fare il federatore uno che ha ordito un piano contro una parte consistente delle coalizione». I rapporti con LA Mussolini non sono mai stati particolarmente positivi. Ora però alle accuse sul giornale si lega un precedente specifico. A maggio, due giorni prima della chiusura delle liste, la nipote del duce si presentò nell'ufficio elettorale di Fratelli d'Italia, che stava facendo gli ultimi ritocchi: «Si propose come capolista, annunciando che avrebbe dato lei stessa la notizia la mattina dopo nel corso di un'intervista tv. E, anzi, ci chiese massimo riserbo perché voleva essere lei a dare il massimo risalto alla cosa. Il giorno dopo, la notizia era su un giornale con lei che si diceva indecisa tra noi e Forza Italia. E alla prevista intervista tv, noi eravamo spariti».

LA LEGA
A pretendere un chiarimento è anche la Lega di Matteo Salvini che affida a una nota congiunta dei vertici romani la richiesta di precisazione: «O Berlusconi e Forza Italia smentiscono la delirante intervista della Mussolini oppure Roma e la Lega sapranno come rispondere», mettono in chiaro i leghisti. E se la Mussolini non replica, Francesco Storace, chiamato in causa proprio dalla nipote del duce, va al contrattacco: «Se è vero quello che dice Alessandra Mussolini - scrive in tweet - non è molto distante dall'operazione che Fratelli d'Italia ha fatto a Napoli, nel (vano) tentativo di impedire al centrodestra di Lettieri di andare al ballottaggio».

I vertici del partito decidono di far trapelare una breve dichiarazione in cui sottolineano di non «dover commentare delle battute scambiate per dichiarazioni». Per ora il partito dell'ex premier prova soprattutto ad abbassare i toni, anche perché ad aiutarli indirettamente ci ha pensato il premier Matteo Renzi con una battuta ai suoi: «Se oggi ci fosse il ballottaggio con l'Italicum al voto andrebbero il Pd e Fi, non Salvini né M5s» dice difendendo allo stesso tempo la legge elettorale e il Pd per l'appoggio di Denis Verdini. «L'Italicum prevede il premio alla lista e non alla coalizione e io sono stanco delle alleanze con i partitini».

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