Mancini, quali sono le preoccupazioni dei rettori?
«Il problema sono le risorse, il 2012 è un anno a rischio apocalisse. Il ministro Gelmini negli scorsi giorni ci ha incontrati. Per la prima volta dall'inizio della legislatura è venuta in Crui. Ha ascoltato e condiviso i dubbi sollevati. I trasferimenti che arriveranno dallo Stato alle università il prossimo anno saranno sotto la soglia di sopravvivenza: non bastano per coprire le spese fisse, quelle per gli stipendi».
Tradotto in cifre?
«Le spese fisse ammontano a circa 6,85 miliardi. Il finanziamento statale sarà di 6,55. Mancano 300 milioni all'appello, anche considerando i risparmi che conseguiremo a fronte dei pensionamenti. La situazione è davvero preoccupante».
Tutto ciò come si ripercuoterà sugli utenti finali, gli studenti? Aumenteranno le tasse?
«Finora abbiamo cercato di razionalizzare tutto il possibile. Ma siamo arrivati al punto di crisi. Noi non vogliamo far pagare la situazione agli studenti, non vorremmo aumentare le tasse. Ma certamente l'unica alternativa ad oggi è ridurre ricerca e servizi. Del resto non ci saranno i soldi per le fotocopie, per le provette dei lavoratori, per tenere aperte le strutture. Qualcuno rischia seriamente dei chiudere i battenti. Diciamo sì a meritocrazia e rigore. No ai fondi a pioggia. Ma è grottesco che la legge ci imponga di non spender più del 90% del fondo statale per gli stipendi quando il fondo non li copre nemmeno».
Anche il diritto allo studio è un problema.
«Il fondo è azzerato ormai siamo passati dai 100 milioni storici a 10-13. Praticamente è come se non ci fosse».
Il ministro come risponde di fronte a questo quadro?
«Il ministro Gelmini condivide le nostre preoccupazioni. Ma non è lei a tenere i cordoni della borsa».
Intanto una ventina di atenei stanno chiudendo i nuovi statuti previsti dalla riforma.
«Ci stiamo impegnando per l'attuazione della legge Gelmini. Siamo pronti all'innovazione. Ma senza risorse non si va lontano».
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