Ammesso che ci siano gli studenti. Perché già partono le prime contestazioni. Il 7 ottobre ci sarà la prima vera manifestazione, ma già domani mattina sono in programma flash mob davanti a scuole come il Tasso dove la Rete degli studenti arriverà «armata di calcolatrici, scontrini e striscioni» per fare la «conta dei danni prodotti dai tagli alla scuola». Abbiamo «edifici fatiscenti che ci crollano in testa, classi pollaio da 30 studenti, mense chiuse, trasporti e libri sempre più cari, siamo stufi».
Dall’altro lato della trincea i prof soffrono, invece, per il capitolo supplenze. Quest’anno ne andavano assegnate circa 5mila. Molte verranno attribuite solo durante la prima settimana di scuola a causa di numerosi errori riscontrati negli elenchi dei posti disponibili. Inevitabile il balletto dei prof. «A noi mancano tre insegnanti per il sostegno e tre per i posti comuni alla primaria- spiega Lucia Carletti, dirigente del 75° circolo didattico- nomineremo per qualche giorno un supplente del supplente e poi cambieremo». Anche al 115° circolo si farà la stessa operazione perché mancano 6 docenti alla scuola dell’infanzia.
E l’orizzonte, a giudizio degli insegnanti, è fosco. Secondo la manovra estiva del governo, infatti, dal 2012 non potranno più esistere plessi della primaria, dell’infanzia e della secondaria di primo grado indipendenti. Bisognerà unirli in istituti comprensivi, come era già avvenuto negli anni Novanta. Una rivoluzione che, secondo i primi calcoli dell’Asal, l’Associazione scuole autonome del Lazio, dovrebbe portare alla cancellazione di 140 scuole. Il conteggio funziona così: in ogni istituto comprensivo dovranno esserci mille alunni. Considerando che nel primo ciclo ci sono circa 480mila alunni nel Lazio le scuole comprensive dovranno essere circa 478 a grandi linee.
Attualmente ci sono più di 600 istituti fra medie, circoli didattici (elementari e infanzia) e comprensivi. «Per cui- spiega Paolo Mazzoli, presidente dell’Asal- dovrebbero sparire, per effetto dell’accorpamento, 140 istituzioni scolastiche o poco meno e i corrispondenti presidi. Sia chiaro, restano le strutture fisiche e gli insegnanti. Ma cambierà, dal 2012, la dirigenza e cambieranno le denominazioni». La rivoluzione prenderà corpo nelle prossime settimane. La Regione Lazio ha chiesto agli enti locali di inviare i piani di riorganizzazione della rete scolastica entro metà novembre. Sul territorio sarà battaglia «Una pedina mangerà l’altra- commenta Paola Fattoretto, preside della scuola media Bramante- bisognerà vedere chi va e chi resta nelle presidenze e come saranno accorpate le scuole».
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