Scuola, prima lezione: via alle proteste
mobilitazione per studenti e professori

Scuola, prima lezione: via alle proteste mobilitazione per studenti e professori
di Alessandra Migliozzi
3 Minuti di Lettura
Domenica 11 Settembre 2011, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 22:48
ROMA - Scuola si parte fra proteste, balletti di supplenti e l’incognita degli accorpamenti delle elementari e delle medie. Al via ci sono 722mila alunni, 508mila a Roma. E gli insegnanti? Ieri alla Settembrini durante la distribuzione delle cattedre della primaria è arrivata la Finanza perché un’insegnante non voleva procedere con la scelta del posto di lavoro visto che non comparivano in elenco le cattedre vuote di una scuola di Ardea. Dopo un’ora le operazioni sono riprese, ma questa settimana ci sono state diverse interruzioni delle assegnazioni. Il risultato è che da domani, soprattutto nella scuola primaria, partiranno decine di chiamate per nominare i supplenti dei supplenti.

Ammesso che ci siano gli studenti. Perché già partono le prime contestazioni. Il 7 ottobre ci sarà la prima vera manifestazione, ma già domani mattina sono in programma flash mob davanti a scuole come il Tasso dove la Rete degli studenti arriverà «armata di calcolatrici, scontrini e striscioni» per fare la «conta dei danni prodotti dai tagli alla scuola». Abbiamo «edifici fatiscenti che ci crollano in testa, classi pollaio da 30 studenti, mense chiuse, trasporti e libri sempre più cari, siamo stufi».

Dall’altro lato della trincea i prof soffrono, invece, per il capitolo supplenze. Quest’anno ne andavano assegnate circa 5mila. Molte verranno attribuite solo durante la prima settimana di scuola a causa di numerosi errori riscontrati negli elenchi dei posti disponibili. Inevitabile il balletto dei prof. «A noi mancano tre insegnanti per il sostegno e tre per i posti comuni alla primaria- spiega Lucia Carletti, dirigente del 75° circolo didattico- nomineremo per qualche giorno un supplente del supplente e poi cambieremo». Anche al 115° circolo si farà la stessa operazione perché mancano 6 docenti alla scuola dell’infanzia.



E l’orizzonte, a giudizio degli insegnanti, è fosco. Secondo la manovra estiva del governo, infatti, dal 2012 non potranno più esistere plessi della primaria, dell’infanzia e della secondaria di primo grado indipendenti. Bisognerà unirli in istituti comprensivi, come era già avvenuto negli anni Novanta. Una rivoluzione che, secondo i primi calcoli dell’Asal, l’Associazione scuole autonome del Lazio, dovrebbe portare alla cancellazione di 140 scuole. Il conteggio funziona così: in ogni istituto comprensivo dovranno esserci mille alunni. Considerando che nel primo ciclo ci sono circa 480mila alunni nel Lazio le scuole comprensive dovranno essere circa 478 a grandi linee.

Attualmente ci sono più di 600 istituti fra medie, circoli didattici (elementari e infanzia) e comprensivi. «Per cui- spiega Paolo Mazzoli, presidente dell’Asal- dovrebbero sparire, per effetto dell’accorpamento, 140 istituzioni scolastiche o poco meno e i corrispondenti presidi. Sia chiaro, restano le strutture fisiche e gli insegnanti. Ma cambierà, dal 2012, la dirigenza e cambieranno le denominazioni». La rivoluzione prenderà corpo nelle prossime settimane. La Regione Lazio ha chiesto agli enti locali di inviare i piani di riorganizzazione della rete scolastica entro metà novembre. Sul territorio sarà battaglia «Una pedina mangerà l’altra- commenta Paola Fattoretto, preside della scuola media Bramante- bisognerà vedere chi va e chi resta nelle presidenze e come saranno accorpate le scuole».


© RIPRODUZIONE RISERVATA