Docenti col doppio lavoro: multa da mezzo milione per gli stipendi non dovuti

Docenti col doppio lavoro: multa da mezzo milione per gli stipendi non dovuti
di Michela Allegri
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Giovedì 10 Maggio 2018, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 07:53
Assunti a tempo pieno all'università, ma ingaggiati per decine di incarichi esterni senza il via libera dell'Ateneo. Sul caso dei professori con doppio stipendio, ora scende in campo la Corte dei conti del Lazio, che porta di fronte ai giudici tre docenti dell'università di Tor Vergata che rischiano di dover restituire circa 520mila euro, guadagnati dal 2011 con consulenze esterne senza l'autorizzazione del Rettore. In tutto, i magistrati contabili indagano su una decina di casi nel Lazio - per ora a Tor Vergata e all'Università di Cassino - ma il numero di professori sotto inchiesta è destinato a crescere. La Guardia di finanza, che sta effettuando verifiche in tutta l'Italia, ha rilevato anomalie nell'attività di 38 professori nella regione.

Nel frattempo, per tre docenti di Tor Vergata c'è il rischio concreto di una stangata contabile. Si tratta di Marco Gambini, Michela Vellini e Paolo Sammarco, tutti e tre del dipartimento di Ingegneria industriale. Il viceprocuratore regionale Ugo Montella li ha citati in giudizio di fronte al giudice monocratico, chiedendo la restituzione all'Università delle somme incassate con le attività esterne svolte a partire dal 2011, visto che gli anni precedenti sono coperti da prescrizione. Gambini rischia di dover restituire 65mila euro, mentre per gli altri due docenti la cifra è più alta: alla Vellini vengono chiesti 273.291 euro, mentre a Sammarco 188.167 euro.

IL VINCOLO
Dalle indagini della Finanza emerge che avrebbero, «svolto, in violazione delle norme di legge, di regolamento e contrattuali, e in assenza di autorizzazione, attività extra-lavorative incompatibili con lo status di docente a tempo pieno», opzione dalla quale deriva «un vincolo di esclusività lavorativa, in ragione del quale è precluso lo svolgimento, senza previa autorizzazione dell'amministrazione, di altre attività», si legge nell'atto della Procura.
Inizialmente, il pm contestava ai prof anche il danno erariale. Da questa accusa, però, i docenti sono stati assolti: i giudici hanno stabilito che nei loro confronti sussista solo l'ipotesi sanzionatoria, cioè l'integrale riversamento all'Ateneo delle cifre percepite con gli incarichi extra. Il magistrato sottolinea anche che ai professori è permesso effettuare esterne, ma devono essere «strettamente connesse all'attività di ricerca». In questo caso, le attività contestate «esulano da quelle ritenute liberamente esercitabili» senza autorizzazione.

GLI INCARICHI
Il professor Gambini, si legge nell'atto della Procura, per molti incarichi «ha dimostrato la legittima esecuzione». Circostanza che non vale per altre consulenze, per un totale di 65mila euro. La professoressa Vellini rischia invece di dover restituire il compenso percepito dal 2011 al 2014 dalla Edison Spa - 211.691 euro - e dalla Termica Milazzo srl - 5.600 euro -. Al prof Sammarco, infine, vengono contestate le consulenze con la Modimar srl - 125.167 euro - e con la Sales spa - 63mila -. Il prof si è giustificato sostenendo che si tratta di un incarico «per l'espletamento del quale aveva optato per il regime a tempo definito». Le consulenze, però, sarebbero state effettuate «in data successiva al rientro a tempo pieno», scrive il pm.

Il magistrato parla di «comportamento omissivo» e sottolinea che «sembra emergere l'intenzionalità di non adempiere all'obbligo di richiesta dell'autorizzazione». La ragione, aggiunge, «è forse da rinvenire nel timore di non ottenere il consenso o nella volontà di non alimentare gelosie o invidie da parte dei colleghi».
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