Il suo ultimo lavoro, apparso sul Journal of Clinical Investigation, indica quindi che le staminali ci sono, ma sono disattivate; ciò lascia immaginare la possibilità di arrivare a un un trattamento topico (da usare direttamente sulla cute) per riattivarle e quindi sconfiggere la calvizie. Cotsarelis si era fatto conoscere con uno dei suoi lavori (pubblicato sulla rivista americana Nature Biotechnology) in cui dimostrava che le cellule staminali sono un potenziale antidoto alle calvizie; infatti, trapiantate nei topi, hanno fatto ricrescere loro un folto manto. Nel nuovo studio Cotsarelis ha scoperto ulteriori dettagli sul ruolo delle staminali nelle calvizie. Osservando le parti del capo calve di uomini, infatti, lo scienziato ha notato che in esse i follicoli ci sono ancora ma appaiono come "rattrappiti" e che sono privi delle cellule "progenitrici", "figlie" delle cellule staminali del follicolo presenti invece in numero normale.
In pratica le cellule progenitrici derivano dalla maturazione parziale delle staminali. Il problema della calvizie è dunque non una carenza di staminali, quanto la loro incapacità a maturare e formare le cellule progenitrici, conclude Cotsarelis: l'idea potrebbe essere dunque di trovare composti che "risveglino" l'attività delle staminali, da usare per creare lozioni anticaduta.
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