I medici sfidano gli avvocati: «Uno spot in tv contro gli avvoltoi dei risarcimenti»

Una vignetta pubblicata sulla rivista dell'Amami
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Giovedì 20 Febbraio 2014, 19:06 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 14:07
I medici passano al contrattacco sul fronte malasanit e denunceranno con un durissimo spot in tv gli “avvoltoi” pronti a speculare sui pazienti prospettando improbabili richieste di risarcimento.







L’iniziativa, lanciata a livello nazionale da Amami (Associazione medici ingiustamente accusati di malpractice), ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Sanità ed è una chiara risposta alla pubblicità televisiva che da quasi due anni ricorda a tutti che ci sono anni di tempo per denunciare uno specialista, un chirurgo o un’azienda sanitaria nel caso in cui si ritenga di essere stati curati male e di aver diritto ai danni. Il titolo dello spot, presentato oggi a Palazzo Venezia (con contemporaneo lancio su internet) è eloquente: “Medici, pazienti e avvoltoi”.



ORGOGLIO PROFESSIONALE La risposta del mondo sanitario non nasce solo dall’orgoglio professionale ferito ma da un dato che oggettivamente colpisce: una ricerca dell’Università Cattolica di Roma ha dimostrato, in base a dati forniti dalla Procura (numero delle denunce, esito delle indagini e dei processi), che “il 99% per cento dei medici che finiscono sotto inchiesta (sono i cosiddetti casi di malasanità che spesso fanno tanto rumore), in realtà viene dichiarato innocente al termine delle indagini senza neppure dover affrontare un processo. Traduzione: gli errori esistono ma di fronte alla mole impressionante dei ricoveri e degli interventi che ci sono ogni giorno in Italia sono veramente una percentuale minima.



COSTI ENORMI Lo spot che verrà lanciato da Amami, presieduta dal dottor Maurizio Maggiorotti, chirurgo ortopedico, ha raccolto l’adesione di venticinque tra associazioni scientifiche e sindacali dei medici tra cui la Sic (Società italiana chirurgia), la Anaao (Associazione medici dirigenti), l’Aicpe (Associazione italiana chirurgia plastica), la Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), il Siu (Società italiana urologia). “Il titolo dell’iniziativa, con il riferimento agli avvoltoi, è forte e senza indulgenze – dice il dottor Maggiorotti, da anni impegnato nella battaglia di Amami – Non vogliamo essere aggressivi, però intendiamo essere chiari, altrimenti non cambia nulla. Questa situazione sta diventando sempre più insostenibile e pericolosa. Non solo per i medici, ma per i pazienti e per tutto il Paese”.



Il patrocinio del Ministero della Salute – a Palazzo Venezia lunedì dovrebbe esserci anche il ministro Lorenzin, se, come pare, l’incarico le verrà confermato – non è affatto casuale. Perché l’esplosione del contenzioso ha costi sociali elevatissimi e distrare risorse – cioè soldi – dalla vera assistenza. Migliaia di medici in tutta Italia, nel timore di poter essere denunciati un giorno all’altro, applicano ormai su larga scala la cosiddetta medicina difensiva. Traduzione: fare a chiunque tutti gli accertamenti possibili e immaginabili, anche quando sembrano plausibilmente inutili, per far sì che un eventuale denuncia cada nel vuoto e che allo specialista non possa essere rimproverata alcuna negligenza o superficialità. I costi per lo Stato sono esorbitanti: si parla di centinaia e centinaia di milioni di euro. Lo spot che vedremo tra pochi giorni in onda dice in sostanza una cosa: quando c’è un’emergenza, quando c’è un parto, quando bisogna operare, quando c’è una malattia grave il medico è lì, agisce con scrupolo, salva vite finche è umanamente possibile e criminalizzare un’intera categoria è folle. Non è un’iniziativa contro qualcuno, ma per qualcosa – aggiunge Maggiorotti – Vogliamo una Sanità che che non sia vittima del contenzioso esasperato e strumentale. Bisogna restituire dignità al medico e serenità al paziente”. All’incontro prenderanno parte, oltre a decine di chirurghi, docenti di sociologia ed esponenti dell’associazione Cittadinanza Attiva.
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