Fondazione Santa Lucia, più invetimenti in ricerca grazie al 5x1000

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Mercoledì 6 Giugno 2018, 12:34
«Questa giornata è dedicata a tutte le persone che con il loro 5x1000 affidano alla Fondazione Santa Lucia la loro volontà di recupero dopo un grave trauma e sostengono la nostra ricerca nelle neuroscienze». Il Direttore Generale Edoardo Alesse ha aperto oggi l’evento di presentazione del nuovo Annuario della Ricerca dell’IRCCS Santa Lucia. Un’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti nell’anno precedente dagli oltre duecento ricercatori e dal personale medico-sanitario coinvolto in progetti italiani ed europei. «Si conferma il trend positivo – ha commentato il Direttore Scientifico Carlo Caltagirone – Negli ultimi dieci anni la nostra produttività è cresciuta del 45% nonostante abbiamo subito una riduzione dei finanziamenti pubblici che sfiora il 30%». Un risultato supportato dalle scelte di destinazione del 5x1000 alla ricerca sanitaria della Fondazione, che secondo gli ultimi dati comunicati dall’Agenzia delle Entrare ha visto in un anno un aumento di oltre il 20%.
 
Nel corso della giornata è stato assegnato per la prima volta il Premio Luigi Amadio, dedicato alla memoria del Direttore Generale che ha guidato lo sviluppo dell’IRCCS Santa Lucia dagli anni settanta fino alla sua improvvisa scomparsa nel 2017. A riceverlo la ricercatrice Silvia Consalvi per studi che le hanno permesso d’individuare un meccanismo biologico utile allo sviluppo di nuove terapie farmacologiche per la rigenerazione delle fibre muscolari in pazienti colpiti da diverse forme di distrofia muscolare.
 
Nel presentare l’attività ospedaliera collegata ai programmi di ricerca dell’IRCCS specializzato nel settore delle neuroscienze, il Direttore Sanitario Antonino Salvia ha sottolineato l’urgenza di rivedere la programmazione nazionale sul fabbisogno di posti letto per la neuroriabilitazione di alta specialità. «Il tetto previsto di 1.216 posti letto copre solo il 20% del reale bisogno della popolazione. È un dato confermato dalle principali società scientifiche del settore».
 
Solo per la neuroriabilitazione dei pazienti colpiti da ictus cerebrale, che è la prima causa di disabilità nei paesi sviluppati e conta in Italia ormai quasi un milione di persone che convivono con invalidità motorie e cognitive provocate dalla patologia, la Società Italiana di Riabilitazione Neurologica (SIRN) nel documento “Alta Specialità in Neuroriabilitazione” calcolava nel marzo 2017 un fabbisogno nazionale di 4.800 posti letto, ai quali aggiungere i bisogni di neuroriabilitazione di pazienti con lesioni del midollo spinale, gravi traumi cerebrali e malattie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson e Sclerosi Multipla. Sulla questione ha recentemente preso posizione anche la Federazione delle Associazioni Italiane Lotta contro l’Ictus Cerebrale (ALICe) in una lettera al Ministro della Salute: «L’effetto combinato, da una parte, dei progressi della medicina nel gestire con successo la fase acuta di questa patologia e dall'altra dell'invecchiamento della popolazione, impone oggi un approccio più attento ai bisogni di neuroriabilitazione». 

Sul fronte delle malattie neurodegenerative, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) nel “Barometro 2018” indica tra le priorità di azione la necessità di «garantire l’accesso al ricovero di alta specialità neuroriabilitativa anche alle persone con Sclerosi Multipla in presenza di quadri di particolare gravità e complessità». Contro il tetto fissato di 1.216 posti letto a livello nazionale per la neuroriabilitazione di alta specialità si è espresso anche il TAR del Lazio (sentenza 7006/2017 del 14.06.2017).
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