A Napoli, una dottoressa del 118, Mariolina Longo, è stata aggredita, insieme ad altri operatori del 118, e presa a schiaffi, pugni e sputi dai parenti e amici di una coppia caduta dal motorino, che stava soccorrendo; a Roma, all'ospedale Sant'Andrea, un uomo in preda all'ira, padre di un ricoverato, si è scagliato contro la dottoressa di turno minacciandola di morte e stringendole le mani al collo; a Palese, in provincia di Bari, un intero equipaggio del 118 è stato tenuto sotto scacco da un paziente armato di una spada katana, riuscendo a sfuggire per miracolo alla sua furia.
Lo denuncia la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) avvertendo come a rischio sia la stessa relazione di cura medico-paziente. «È improcrastinabile un cambio di passo, che restituisca a tutti, medici e pazienti, strutture e organizzazioni in grado di rispondere alle richieste di salute - afferma il presidente Fnomceo Filippo Anelli -. È altresì improcrastinabile una rivoluzione dell'opinione pubblica che rimetta al centro l'alleanza terapeutica: sono i medici, gli operatori sanitari che ormai stanno reggendo il sistema, soli contro carenze organizzative e istituzionali.
Lo fanno a costo di gravi sacrifici personali». «Ci stiamo appellando alle istituzioni, ma la strada sembra lunga e tortuosa. Mi appello ora ai cittadini: abbiamo bisogno che anche voi torniate ad essere dalla nostra parte, perchè - conclude Anelli - non c'è relazione senza rispetto».
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