Covid, boom fumo, alcol e sovrappeso: Coni e 19 società scientifiche insieme per un Piano Marshall di prevenzione post pandemia

Covid, boom fumo, alcol e sovrappeso: Coni e 19 società scientifiche insieme per un Piano Marshall di prevenzione post pandemia
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Lunedì 4 Ottobre 2021, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 12:49

Il Covid ha peggiorato lo stile di vita delle persone e questo ha effetti gravi. Alla pandemia da coronavirus «rischia di seguire un'epidemia di malattie causate da stili di vita scorretti, dai tumori alle patologie reumatologiche, fino a quelle cardiovascolari come infarto e ictus. Le conseguenze dei lunghi mesi di lockdown sono chiare». È l'allarme lanciato a Roma dagli esperti di 19 società scientifiche riunite nel "Forum permanente sul sistema sanitario nazionale nel post Covid", che lanciano, insieme al mondo dello sport rappresentato dal Coni, un vero e proprio "Piano Marshall" per promuovere gli stili di vita sani. Un progetto a 360 gradi rivolto a tutti i cittadini, presentato al Coni. «Nel 2021 - hanno sottolineato gli esperti - si conta oltre un milione di fumatori in più rispetto al passato (hanno raggiunto gli 11,3 milioni, pari al 26,2% della popolazione rispetto al 23,3% di gennaio 2020). Il 44% dei cittadini è aumentato di peso fra smart working e riduzione dell'attività fisica a seguito della chiusura di palestre e piscine (l'incremento è stato in media di ben 4 chili). È aumentato anche il consumo di alcol: nel 2020 si sono registrati aumenti del 23,6% fra i maschi e del 9,7% delle femmine». «Il Forum è composto da 19 società scientifiche delle principali aree terapeutiche (oncologia, cardiologia, ematologia, reumatologia, neurologia, ginecologia, urologia, chirurgia) che, per la prima volta, si sono riunite per affrontare il post Covid - spiega Francesco Cognetti, coordinatore del Forum e presidente Fondazione Insieme contro il cancro - Abbiamo realizzato un corposo documento, inviato al presidente del Consiglio e al ministro della Salute avanzando proposte concrete per ridisegnare il sistema sanitario nazionale e risolvere i grandi temi emersi con il coronavirus, a partire dalla carenza strutturale di medici, dalla modernizzazione degli ospedali e dalla riorganizzazione della medicina del territorio».

L'ansia si riduce dopo il vaccino anti-Covid

«Nel 2020 sono stati oltre 1,3 milioni i ricoveri in meno rispetto al 2019; quelli di chirurgia oncologica sono diminuiti dell'80% nell'attività programmata e, per l'area cardiovascolare, il calo è stato di circa il 20% - rimarca Cognetti - Allo stesso tempo, ci stiamo rendendo conto che la pandemia, oltre ai 130.000 decessi, rischia di provocare un'altra epidemia legata agli scorretti stili di vita che i cittadini hanno adottato in un anno e mezzo di lockdown». Per questo «lanciamo un Piano Marshall articolato dedicato alla prevenzione. Partiamo con una campagna social molto ampia, per poi andare negli stadi e nei palazzetti dello sport prima delle partite, per distribuire opuscoli e materiale realizzato ad hoc. Un modo per incontrare e informare i cittadini. Diffonderemo manifesti negli ospedali per sensibilizzare pazienti e familiari. Organizzeremo anche appuntamenti nelle piazze dove incontreremo cittadini di tutte le età». «Lo sport si schiera a fianco della scienza per sensibilizzare tutti i cittadini - afferma Giovanni Malagò, presidente del Coni - L'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di praticare almeno 150 minuti, cioè 2 ore e mezza, di attività fisica moderata ogni settimana, come camminare o andare in bicicletta. L'American Cancer Society ha aggiornato le linee guida per la prevenzione oncologica, raddoppiando il tempo da dedicare al movimento. Il documento esorta gli adulti a praticare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità, o tra i 75 e i 150 minuti di attività fisica intensa a settimana. Purtroppo in Italia i dati pre pandemia, aggiornati al 2019 - ricorda Malagò - mettevano già in luce la scarsa attitudine di buona parte dei cittadini nei confronti del movimento: il 35% della popolazione non pratica alcuna attività sportiva, ma queste percentuali sono peggiorate a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ora dobbiamo impegnarci per far tornare tutti a praticare sport con continuità». «Uno studio internazionale che ha coinvolto circa un milione e mezzo di persone e 26 tipologie di carcinoma ha evidenziato come l'attività fisica riduca di più del 20% l'incidenza di 7 tipi di neoplasie: esofago, endometrio, rene, polmone, fegato, gastrico e leucemia mieloide - evidenzia Giovanni Scambia, direttore scientifico Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma e past president Società italiana di ginecologia e ostetricia - E una riduzione di incidenza tra il 10% e il 20% riguarda il rischio per altre 6 tipologie, tra cui i tumori della mammella, della testa e del collo, del retto, della vescica e il mieloma».

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«La prevenzione è un percorso che deve accompagnarci in tutte le età e deve essere sempre più personalizzata in base alle caratteristiche individuali», raccomanda Scambia. «Purtroppo - conferma Riccardo Masetti, presidente Susan G. Komen Italia - durante il primo lockdown, gli screening oncologici hanno subito numerose cancellazioni e ritardi, e non sono al momento disponibili dati relativi all'entità del loro recupero. Nel 2020 sono stati eseguiti oltre 2 milioni e mezzo (precisamente 2.532.035) di esami di screening in meno rispetto al 2019. Dal punto di vista clinico, già da mesi osserviamo con frequenza neoplasie della mammella più avanzate alla prima diagnosi rispetto al passato ed è prevedibile un aumento della mortalità per cancro nel prossimo futuro nel nostro Paese». Ma «è importante sensibilizzare i cittadini anche sul ruolo della prevenzione secondaria, che permette di individuare neoplasie in fase precoce quando le possibilità di guarigione sono elevate». Il Piano Marshall per la prevenzione ha un focus mirato in particolare ai giovani. «Il mondo dello sport - dice Michele Uva, direttore Football & Social Responsability della Uefa - deve occuparsi di un tema fondamentale come l'Health & Well-being oggi e soprattutto pensando alle nuove generazioni.

I temi della nutrizione, dell'attività fisica, del benessere mentale e dell'evitare l'uso di sostanze dannose alla salute sono urgenze sociali da affrontare. La Uefa lo sta facendo utilizzando un nuovo percorso con gli allenatori delle nazionali femminili e maschili delle 55 federazioni europee come testimonial. Il programma 'Coaches for Health' parte con la campagna #FeelWell, Play Well creata grazie al contributo scientifico della Fondazione Insieme contro il cancro. Nei prossimi 3 mesi useranno le loro voci influenti per ingaggiare i giovani e la società civile in generale sull'importanza di adottare scelte comportamentali sane che aiutino il pilastro della prevenzione». «Durante la fase pilota - continua Uva - gli allenatori di 5 Federazioni (Israele, Italia, Paesi Bassi, Irlanda del Nord e Slovenia) hanno registrato messaggi educativi attraverso video di 10-30 secondi che saranno trasmessi su tutti i canali di comunicazione: social media, newsletter, siti web ufficiali. I miei complimenti alla Fondazione Insieme contro il cancro che ha aperto la strada nel passato con il progetto "Allenatore alleato di salute", che aveva come testimonial Massimiliano Allegri». 

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«Ho sempre creduto nel progetto "Allenatore alleato di salute" - commenta Max Allegri - perché tutti noi mister, professionisti e dilettanti abbiamo il dovere di indirizzare i giovani sul rispetto del proprio fisico per diventare adulti sani. Il Covid ci impone ancora una maggiore attenzione verso questi aspetti. È importante insegnare i corretti schemi di gioco, ma è fondamentale spiegare ai ragazzi che è necessario non fumare, non consumare alcol e seguire la dieta mediterranea. Continuo con orgoglio a portare avanti questo progetto». «Sono anch'io orgoglioso di partecipare attivamente a questa campagna - dichiara Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale - Il mondo dello sport deve fare la sua parte. Dobbiamo prendere coscienza del ruolo che ci viene attribuito dai giovani e dare il buon esempio. Bisogna essere campioni anche nella vita, prendendoci cura della nostra salute». 

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