La competition/ Quella pericolosa rincorsa tra ultrà che avvelena il voto

di Mario Ajello
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Martedì 16 Gennaio 2018, 00:05
Da quanto tempo non si sentiva più nominare la «razza bianca»? Da tanto. E andava bene così. Ma ora è partita l’asta securitaria e viene sdoganato tutto.

In una gara a chi offre di più, tra M5S e Lega. Se uno dice: «Uno!», l’altro rilancia: «Più uno!». E la gara a chi cerca di acchiappare di più i voti della paura produce la scena del «leghista mite», così è sempre stato considerato il candidato governatore lumbard Attilio Fontana, che grida: «Per colpa dei migranti è in pericolo la razza bianca». Più che altro, sembra a rischio il buon senso. Ma la propaganda non gli è amica, come si sa. E quando la competition is competition - l’altro giorno Di Maio ha annunciato che il suo governo si occuperà degli italiani e non degli immigrati, cercando di superare il Carroccio sul suo terreno - l’escalation chiama escalation.
E il risultato è pessimo. Inutile scomodare Albert Einstein che diceva: «Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana». Semmai, quando Fontana ha detto, per scusarsi, che la sua uscita è stata solo un lapsus, ha dimostrato che aveva ragione Sigmund Freud nella sua «Psicopatologia dei gesti quotidiani»: «Il lapsus svela ciò che c’è nell’inconscio». Nella sfera del conscio, capiterà di assistere, come provocatoriamente ha chiesto Salvini, ai grillini e ai leghisti che si uniranno in piazza (il 25 a Milano, davanti al Duomo) per gridare «prima gli italiani»? Nel caso, visto che c’è competizione e collaborazione anche in questo campo, potrebbero anche urlare tutti insieme, Carroccio e M5S: «No ai vaccini!». Perché appena uno dice «abolisco la legge Lorenzin», il dirimpettaio raddoppia: «Io l’abolisco due volte!». 

Di sicuro, l’uscita di Fontana sta imbarazzando il centrodestra, che cerca di mantenere - ma nella corsa al peggio è difficile restare fermi - un profilo più moderato di quello leghista. E di certo, il lapsus non lapsus del candidato governatore scatena la solita propaganda iperbolica, e anti-storica, della sinistra, che già ridicolmente paragona il candidato lumbard a Mengele e a Hitler, visto che il nazismo è sempre in agguato e il fascismo ovviamente è «eterno». Andando avanti così, magari non arriveremo vivi a 4 marzo. E non sarà colpa dei migranti ma dei troppi veleni.
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