Voto appeso a 8 milioni di indecisi: per FI e Pd possono valere il 2% in più

Voto appeso a 8 milioni di indecisi: per FI e Pd possono valere il 2% in più
di Diodato Pirone
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 23:12

A 32 giorni dalle elezioni gli italiani indecisi se e per chi votare sono ben 18 milioni. Si tratta del 37% del corpo elettorale composto da circa 47 milioni di persone.

Contrariamente a quello che si crede non sarà l’esercito di incerti a determinare l’esito delle elezioni perché moltissimi non si recheranno a votare (nel 2013 misero la scheda nell’urna “solo” 35 milioni di italiani) o annulleranno la scheda (1,2 milioni nel 2013). Tuttavia gli indecisi possono garantire qualche punto in più ai vari schieramenti rispetto alle quote rilevate dai sondaggi attuali.

«Pd e Forza Italia, se azzeccano la campagna elettorale e attirano più indecisi degli altri, potenzialmente potrebbero crescere di un 2%. Questo significa che i Democrat potrebbero superare la quota del 25% mentre Forza Italia potrebbe collocarsi intorno al 18% - sottolinea Enzo Risso, direttore della SWG - Anche per il M5S gli incerti sono un serbatoio potenziale di crescita ma leggermente inferiore, intorno all’1,5%».

IL PUNTO
Su quali considerazioni sono basati questi calcoli? SWG ha suddiviso l’esercito degli indecisi in 5 tipologie. La prima è composta da quelli che “Brancolano nel buio” come vengono definiti dalla casa di sondaggi triestina. Si tratta di 5,6 milioni di elettori che in grande maggioranza sono indifferenti alla politica e alla fine non andranno a votare. Il profilo successivo di elettore incerto è un filo più interessante per i partiti. Si tratta di coloro che “Stanno cercando di orientarsi”. Sono circa 5 milioni. Anche costoro in maggioranza si asterranno ma più di qualcuno fra loro alla fine si schiererà. 

Poi c’è la terza tipologia composta da 4 milioni di italiani che non hanno ancora deciso chi appoggiare perché vorrebbero dare il proprio voto a chi dà maggiori garanzie di governabilità. Il 4 marzo questi elettori si divideranno fra tutti i partiti ma, in potenza, costituiscono il serbatoio più importante cui dovrebbero attingere Pd e Forza Italia. Se questi due partiti dovessero riuscire a convincere la maggioranza di questi elettori la loro percentuale finale potrebbe salire fino a 2 punti in più rispetto alle quotazioni attuali. 

“Cercano il meno peggio” è la categoria di indecisi, composta da 2,6 milioni di elettori, che voteranno soprattutto i leader. Mentre alla quinta e ultima tipologia appartengono i delusi (meno di 1 milione) che però alla fine torneranno a votare come hanno sempre votato.

Fin qui l’indagine SWG. Altri sondaggisti, invece, monitorano gli indecisi in modo meno certosino. «Gli incerti hanno una importanza relativa perché si aggiungeranno, con lievi differenze, ai milioni di elettori che hanno già deciso favorendo, forse e in modo leggero, il centro-destra», spiega Nicola Piepoli. Perché il centro-destra? Risposta: «Perché questo è il tempo degli “scazzati” cioè della società dominata dall’umore rancoroso che viene raccolto meglio dal centro-destra, non solo in Italia».

Antonio Noto, invece è perentorio: “Gli indecisi? Posso solo aggiungere che circa un milione di italiani deciderà in cabina elettorale. Come è successo in tutte le ultime elezioni».

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