Vitalizi, i governatori: ora basta privilegi. Il Trentino fissa un tetto ai cumuli

Vitalizi, i governatori: ora basta privilegi. Il Trentino fissa un tetto ai cumuli
di Diodato Pirone
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Martedì 5 Agosto 2014, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 6 Agosto, 07:55

ROMA - A parole sono tutti favorevoli all’abolizione delle storture dei vitalizi regionali.

Sergio Chiamparino, ad esempio, neo presidente della Regione Piemonte nonché della Conferenza Stato-Regioni lo dice a chiare lettere: «Non appena sono stato eletto alla Regione Piemonte ho sospeso il cumulo con il mio vitalizio da 1.900 euro mensili che ricevevo dalla Camera». Un attimo di sospensione e poi Chiamparino scandisce: «Sono favorevole al contributo di solidarietà o ad ogni iniziativa che elimini gli eccessi purché non si faccia demagogia». Anche Debora Serracchiani, presidente del Friuli, sottolinea che il tema è all’ordine del giorno fra Trieste e Udine. E poi, è notizia di questi giorni, altre Regioni sono già passate ai fatti. E’ il caso del Trentino che ha fissato un tetto alla possibilità di cumulo dei vitalizi regionali e parlamentari che in alcuni casi arrivano a sfiorare gli 11 mila euro netti mensili. La Regione Trentino Alto Adige risparmierà alcuni milioni poiché non pagherà più il vitalizio regionale per la parte che eccede quota 9.000 euro lordi mensili nei quali è compreso l’intero vitalizio perlamentare. Stop al cumulo dei vitalizi anche da parte della Regione Emilia-Romagna.

Anche la Lombardia sta smettendo di chiacchierare.

Sulla base di un accordo fra tutti i partiti, a Milano da settembre scatterà un contributo di solidarietà sui vitalizi già in pagamento. Una tassa pesante: si parte dal 5% (che si aggiunge all’Irpef) sui vitalizi più bassi per poi salire progressivamente.

PISANA IN ALLARME

E il Lazio? Ieri,[/FORZA-RIENTR] sull’onda degli articoli del Messaggero sull’eccessivo peso dei cumuli e sul calcolo incredibilmente favorevole dei vitalizi laziali (basati anche sui rimvorsi spese) l’intera politica regionale è tornata a promettere interventi ”mirati” a settembre. Ecco Nicola Zingaretti, presidente della Regione: «I vitalizi per i consiglieri attuali sono stati eliminati. A settembre affronteremo le storture di quelli in pagamento». Per l’ex presidente Francesco Storace invece: «Zingaretti scriva a tutti i titolari di vitalizio regionale e parlamentare - la pensione professionale non c'entra davvero nulla - e li inviti a rinunciare a quello regionale». «L’intervento sui vitalizi è un nostro cavallo di battaglia - incalza Valentina Corrado, del Movimento 5Stelle - Finora ci hanno detto che non si poteva intervenire ma ora noi offriamo la massima disponibilità agli altri partiti affinché si passi a interventi efficaci». Favorevoli ad una sforbiciata si sono detti anche Ncd e Fratelli d’Italia mentre Teresa Petrangolini, consigliere di maggioranza che ha preso di punta la questione dei vitalizi entra nel dettaglio: «Nessuno vuol toccare diritti acquisiti - spiega - ma ormai alcuni privilegi non sono più compatibili, sul piano etico ed economico, con l'attuale contesto sociale ed è corretto chiedere agli ex consiglieri di contribuire a ridurre i costi della politica». Che fare? Secondo Petrangolini sarebbe opportuno che anche il Lazio vietasse il cumulo dei vitalizi e innalzasse dell’età di accesso al vitalizio dagli attuali 50, a 65 o 66 anni. Tutt’e due le misure consentirebbero di ridurre i 20 milioni di spesa per i vitalizi che oggi soffocano la vita del Consiglio regionale che dispone di soli 60 milioni di budget.

Fra le ipotesi alle quali si sta lavorando c’è anche quella del ricalcolo di tutti i vitalizi del Lazio che, in proporzione sono i più ricchi d’Italia.

Volete avere un’dea di quanto il calcolo sia un terno al lotto? Pensate a Ettore Urbano, un consigliere regionale rimasto in carica per soli 8 mesi (agosto 2009/marzo2010), probabilmente aggiungendo propri contributi a quelli maturati, riscuote un vitalizio mensile di 2.492 euro netti al mese da quando aveva 55 anni.

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