Ma questi ex dis-onorevoli lo sanno cosa è la giustizia sociale?», ha scritto Di Maio su Facebook, auspicando che dopo la Camera anche «il Senato abolisca subito i vitalizi. Bisogna decidere da che parte stare, da quella dei cittadini o da quella dei parassiti». E il senatore M5s Di Nicola conferma l'intenzione. Gli interessati reagiscono subito. Il primo a annunciare querela è Maurizio Ronconi. Il presidente dell'associazione ex parlamentari, Antonello Falomi, inizialmente preferisce non reagire «per non dare soddisfazione a Di Maio», ma dopo aver ricevuto decine di telefonate indignate annuncia querela anche lui: «Di Maio - ha detto Falomi - che governa assieme alla Lega condannata per truffa a danni dello Stato, pretende che gli ex deputati, che non hanno rubato nulla, non possano chiedere agli organi interni della Camera una verifica sulla legalità e costituzionalità della delibera» che ha tagliato i vitalizi. Il presidente della Camera Fico, promotore del taglio, ha toni diversi da Di Maio: «fare ricorso è un diritto ma resto ovviamente convinto della delibera approvata dall'ufficio di presidenza della Camera perché è un provvedimento che ricuce una ferita. Non l'abbiamo fatta contro qualcuno ma per qualcuno, nell'interesse del popolo italiano».
Ora la parola sta agli organi interni della Camera che però sono composti da deputati dei gruppi che hanno votato per il taglio dei vitalizi.
L'avvocato Maurizio Paniz che difende 400 ex, è però fiducioso: «Questi Comitati agiscono come organi giurisdizionali e non come organi politici e i deputati chiamati a farne parte devono comportarsi come magistrati. La legge sulla responsabilità dei magistrati stabilisce che la trasgressione dei principi consolidati di Cassazione e Consulta costituisce responsabilità. E la Cassazione e la Consulta sulle pensioni hanno detto cose ben precise».
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