Authority, Cdp e Rai: le nomine di primavera

Authority, Cdp e Rai: le nomine di primavera
di Andrea Bassi, Marco Conti e Cristiana Mangani
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Venerdì 9 Marzo 2018, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 21:09
Dalle società pubbliche alle Authority di garanzia, dal capo della Polizia fino ai vertici della Rai. Nei prossimi mesi, secondo i conteggi, ci sono da fare almeno 350 nomine in gangli importanti della macchina amministrativa ed economica dello Stato. Alcune delle scelte rischiano di cadere nell’interregno, non si sa quanto lungo, tra il governo uscente di Paolo Gentiloni e il prossimo, che ancora non si vede all’orizzonte. L’appuntamento più vicino è la scelta di un successore alla guida dell’Authority dell’Energia. Il garante Guido Bortoni è già in un regime di proroga che scadrà l’11 aprile. Una decisione andrà presa. L’Authority non può rimanere senza guida, visto che sovrintende al sistema elettrico che va governato giorno per giorno per non rischiare black out. 

LE PARTECIPATE
L’ipotesi più accreditata è che il governo Gentiloni approvi un decreto legge che allunghi la permanenza di Bortoni e dell’attuale consiglio almeno per altri sei mesi. Più complessa la partita sulla Cassa depositi e prestiti, i cui vertici scadranno in primavera. Il presidente Claudio Costamagna è nominato dalle Fondazioni e dunque, nel caso volesse, non dovrebbe avere problemi di riconferma. L’ad Fabio Gallia è scelto dal Tesoro e quindi più legato alle evoluzioni del quadro politico. C’è poi il nodo Saipem, società quotata controllata da Cdp i cui tempi potrebbero essere più stretti. Stefano Cao potrebbe essere riconfermato, magari a tempo come nel precedente di Umberto Vergine. Ciò vale anche per il presidente Paolo Andrea Colombo. A novembre scade anche l’Antitrust di Giovanni Pitruzzella. 

LA SICUREZZA
Sono invece due le date che più interessano la questione sicurezza. Il 19 maggio scade Franco Gabrielli, capo della polizia di Stato, e il 16 giugno, giorno in cui, due anni fa si è insediato ai vertici dell’Aisi, il Servizio di sicurezza interno, Mario Parente. L’incarico, così come stabilito dal governo Renzi, ha una durata di due anni, 24 mesi in più di quanto era avvenuto con i predecessori. E quindi c’è da chiedersi quale sarà la scelta del nuovo esecutivo. I due prefetti hanno garantito un livello molto elevato di sicurezza. Non sarà facile trovare nomi dello stesso livello. Garantite per altri 12 mesi, invece, le posizioni di Alessandro Pansa ai vertici del Dis, e di Alberto Manenti alla direzione dell’Aise, gli 007 con competenze estere. In questo caso, però, il governo Gentiloni è dovuto intervenire con un decreto ad hoc, perché la questione era legata a raggiunti limiti di età. Lo stesso è stato fatto per il comandante generale della Guardia di finanza, Alfonso Toschi, prorogato fino al 2019. È fresco di nomina il generale Giovanni Nistri, insediatosi qualche settimana fa ai vertici dell’Arma dei carabinieri. Sarà comunque discrezionalità del nuovo governo la possibilità di cambiare le carte in tavola.

VIALE MAZZINI
Dopo la vittoria di Cinque Stelle e Lega nei corridoi Rai di Saxa Rubra, come di Viale Mazzini, è già tutto un correre a riposizionarsi. C’è chi posta selfie con Salvini o Di Maio e chi si cerca in tutti i modi di imbattersi in uno dei due leader. Malgrado il grande darsi da fare di molti, per un nuovo giro di valzer di direttori di rete e testate occorrerà attendere ancora un po’ mentre c’è una scadenza che si dovrà comunque rispettare: il rinnovo del cda che scade a luglio. Con il nuovo vertice la riforma della governance della Rai, voluta dal governo Renzi, va finalmente a regime. Il governo potrà proporre, attraverso l’assemblea dei soci, il nome dell’amministratore delegato al cda, deciderà direttamente la nomina di 2 consiglieri su 7. Principale novità, rispetto alla vecchia governance, sono i poteri dell’ad e il numero dei consiglieri sceso da nove a sette.
La nomina di colui che di fatto prenderà i poteri di Mario Orfeo, attuale direttore generale della Rai, spetta quindi al governo, ma quale? La speranza di molti, se non di tutti, è che per luglio ci sia un governo in grado di operare. Una situazione di stallo tra i partiti potrebbe portare ad una sorta di congelamento sotto forma di proroga, pur rispettando le novità della riforma. Un “governo di tutti” o del “Presidente”, potrebbe invece favorire una soluzione quasi tecnica promuovendo Nino Rizzo Nervo, attuale vicesegretario generale della presidenza del Consiglio, giornalista ed ex membro del cda della Rai.
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