Ferie sovraniste in Italia: Merkel sceglie la Spagna

Ferie sovraniste in Italia: Merkel sceglie la Spagna
di Mario Ajello
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Venerdì 10 Agosto 2018, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 19:07
Si cambia. Via i leader liberal-progressisti, e avanti i sovranisti. E così il Grand Tour in Italia dei leader stranieri in vacanza cambia il suo segno politico. Una rivoluzione d'agosto. Ecco Theresa May la quale sta facendo uscire l'Inghilterra dall'Europa ma nell'Italia giallo-verde lei invece è entrata tutta contenta. Si è goduta le sue ferie sul lago di Garda, a Sirmione. E dev'essersi trovata proprio bene in un contesto che politicamente le è affine - e chissà se qualche leghista lombardo veneto al suo passaggio ha gridato: «Evviva la Brexit, evviva l'Italexit!» - e che non somiglia più in niente all'Italia nella quale veniva a fare le vacanze Tony Blair. Il quale sapeva dividersi tra le chiacchiere nelle ville toscane sulla «terza via», ed era tutto un sfoggio agostano di glamour-riformismo, e l'ospitata nella reggia sarda di Berlusconi: e tutti e due con la bandana in testa parevano divertirsi da morire sotto il sole della Costa Smeralda. Ma quello era un secolo fa. Ora invece c'è Orban il Terribile, il premier ungherese, in arrivo. Lo stanno invitando alla festa di Fratelli d'Italia a inizio settembre, Atreju, e lui potrebbe approfittarne per farsi un giretto propagandistico-turistico da sovranista tra i sovranisti.

IL MODELLO TOPOLANEK
Orban il Terribile sì - e magari potrebbe fare una puntatina dal suo «mito» Berlusconi, l'importante è che il magiaro non imiti Topolanek e non sfoggi le sue nudità sul bordo della piscina di Villa Certosa come accadde all'ex premier della repubblica ceca - e Obama il Buono no. Niente più Italia per l'ex presidente americano, perché non è più la sua Italia. Mentre la scorsa estate, ancora demo-progressista, il buon Barack si deliziò della campagna senese e andò a cena con Renzi. Con Toninelli, ma pure con Salvini, è impossibile che Obama condivida un sogno di una notte di mezza estate. E infatti si tiene alla larga dal Belpaese. Così come l'eurocrate socialdemocratico Martin Schulz, che da tedesco innamorato della nostra terra ha sempre fatto un salto quaggiù, ma stavolta non ci pensa proprio. Per non dire - è il caso più eclatante - di Angela Merkel l'anti-populista: niente Ischia quest'anno, nel solito Hotel Miramare a Sant'Angelo, e niente vacanza alpina a Solda, che era un suo classico insieme al marito Joachim ma ora ha spedito lui da solo in Sud Tirolo.

Disertare lo Stivale come forma di boicottaggio politico? Rinunciare alla vacanza italiana come anticipo della guerra che probabilmente si scatenerà da settembre contro il governo penta-leghista che non piace, abbondantemente ricambiato, nei Palazzi di Bruxelles e tantomeno nella cancelleria di Berlino? Per di più, e il segnale politico è netto, la Merkel che disdegna l'Italia ha scelto la Spagna socialista, e filo-europiesta, per svacanzare. Si trova più di casa da quelle parti, evidentemente, e allora nel week end sarà in Andalusia dal premier spagnolo Sanchez. Oltrettuto invidiatissima dalle donne del Continente che non fanno che dire: «Pedro è un figo vero». Ebbene, la Cancelliera e il figaccione tutto progressismo e accoglienza per i migranti non fanno che dire «abbiamo la stessa impostazione», e la comune vacanza di lavoro nella tenuta di Donana, a 50 chilometri da Siviglia, dove la famiglia Sanchez sta trascorrendo le ferie, si annuncia come un idillio. Ma magari anche come uno schiaffetto all'Italia diventata politicamente scorretta.

ATTENTI A PUTIN
E però, il Belpaese ha avuto la fortuna di ospitare la liderina destrorsa Marion Le Pen, nipote della condottiera del Front National, la quale ha trascorso le vacanze in Liguria con il fidanzato sovranista e ha pasteggiato insieme al governatore filo-leghista Toti. Poi però toccherà alla Le Pen, quella vera. Marine ha promesso a Salvini che dopo l'estate scenderà in Italia. Ma l'importante è che non venga, ovviamente a dorso nudo perché d'estate veste sempre così, Putin: sennò i gialli e i verdi se lo litigheranno così tanto, che il governo - questa volta, sì! - rischierà di cadere.
 
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