Unioni civili, per le pensioni di reversibilità spesa crescente: nel 2050 arriverà a quota 124 milioni

Unioni civili, per le pensioni di reversibilità spesa crescente: nel 2050 arriverà a quota 124 milioni
di Luca Cifoni
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Venerdì 13 Maggio 2016, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 09:50
La disfida delle unioni civili si combatte anche sul fronte finanziario. Interpellato a proposito della legge appena approvata dalla Camera, il presidente dell'Inps Tito Boeri ha definito «sostenibile» l'impatto sui conti previdenziali delle prestazioni ai superstiti riconosciute anche ai partner dello stesso sesso, quantificandole in «qualche centinaio di milioni di euro». Questa valutazione ha però scatenato la reazione dell'opposizione di centro-destra, che parlando di «coperture mancanti» si è spinta a chiedere al presidente della Repubblica di non firmare il provvedimento. Successivamente l'Inps ha reso noto lo studio su cui si basavano le parole di Boeri, precisando quindi che la maggiore spesa previdenziale toccherà i 124,2 milioni nell'anno 2050.

 

LE VERIFICHE
Le verifiche contabili sugli effetti del nuovo istituto giuridico erano state fatte in realtà già alcuni mesi fa. La relazione tecnica a firma del Ragioniere generale dello Stato porta la data del 24 febbraio: comprende gli oneri complessivi del provvedimento, che nel 2025 varranno 22,7 milioni, tra detrazioni per familiari a carico (la voce più consistente) assegni al nucleo familiare e pensioni ai superstiti (ovvero indirette e di reversibilità). L'ultimo capitolo assorbe un ammontare di risorse inizialmente bassissimo e poi crescente fino a 6,1 milioni di maggiore spesa nel 2025. Proprio questo dato è stato giudicato incoerente con quanto detto da Boeri: su questo punto però l'analisi della Rgs, come accade in questi casi, si rifà ampiamente a quella della stessa Inps che aveva affrontato il tema per la prima volta nel marzo del 2015 con uno studio del proprio coordinamento generale statistico attuariale. Studio che data la novità del tema per il nostro Paese prende come base il modello della Germania, dove la legislazione è simile e le coppie dello stesso sesso sono 67 mila. Per il 2016 in Italia di coppie ne vengono stimate 7.500, numero che cresce fino a 30 mila nel 2025. Recentemente, a fine aprile, la stessa Inps rispondendo alle osservazioni del Servizio Bilancio della Camera ha fornito alcuni dettagli in più, proiettando in particolare la stima fino al 2050: anno in cui le coppie saranno 50 mila (ovvero le stesse della Germania, in proporzione alla popolazione), le pensioni in più quasi 6 mila e la maggiore spesa pari appunto a 124,2 milioni.

EFFETTO INFLAZIONE
Questo è il numero «sostenibile» di cui ha parlato il presidente. Ma come si spiega una crescita così rapida rispetto ai 6,1 milioni del 2025? Essenzialmente con due fattori. Il primo è legato al tipo particolare di prestazione, che si diffonde a mano a mano che le coppie si formano e poi soprattutto vedono il decesso di uno dei membri, quindi molto lentamente all'inizio. In 25 anni, fino al 2050, il numero delle pensioni cresce infatti di quasi dieci volte, mentre le coppie esistenti passano “solo” da 30 mila a 50 mila. Ma c'è anche un effetto inflazione. Le stime sono fatte in euro correnti, quindi incorporano la crescita dei prezzi attesa nel quadro macro-economico di lungo periodo. Insomma, l'importo medio di 21.626 euro stimato per la metà del secolo rappresenta in termini nominali oltre il doppio dei 10.257 indicati per il 20125: ma in termini reali vale in realtà meno. La relazione tecnica nello stimare i costi si ferma però al 2025, in linea con quanto previsto dalla normativa contabile. Le risorse necessarie per la copertura vengono messe insieme attingendo al Fondo per interventi strutturali di politica economica (una sorta di serbatoio a disposizione del Mef) e poi ai Fondi di riserva e speciali.